Qualche giorno fa il ministro dell'Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara ha fatto recapitare una lettera alle famiglie con figli in uscita dalle scuole medie e, quindi, in procinto di scegliere il futuro percorso scolastico.
Tra le righe vengono riportati alcuni dati con l'obiettivo di far riflettere i genitori sugli sbocchi lavorativi dei figli, mettendo a paragone le percentuali relative agli istituti tecnici e professionali con quelle dei licei:
- in generale, il 38% dei diplomati ottiene un contratto di lavoro dopo 2 anni dalla maturità;
- il 25% sono ex studenti liceali;
- il 49% sono ex studenti tecnici;
- il 60% sono ex studenti professionali.
Si tratta di dati relativi all'anno 2022, che comprendono anche informazioni in merito ai contratti:
- il 4,5% ha riguardato diplomati liceali;
- il 55% diplomati tecnici;
- il 40,5% i diplomati professionali.
Il ministro Valditara ha anche sottolineato che tra i 30 profili professionali maggiormente richiesti rientrano diverse figure tecniche, come manutentori termoidraulici, tecnici meccanotronici, geometri di cantiere, architetti e ingegneri.
Secondo Valditara la formazione va rivista: è ancora troppo astratta, bisogna renderla più concreta
In occasione dell'invio della lettera sull'orientamento, il ministro Valditara ha anche rilasciato alcune dichiarazioni specifiche sulla formazione offerta dalle scuole italiane che, a suo dire, dovrebbe puntare molto di più sugli insegnamenti di natura scientifica, spesso ritenuti meno importanti dell'ambito umanistico.
Ha iniziato il suo discorso dicendo: "È sull'istruzione tecnica e professionale che si gioca il destino industriale di un Paese. L'esperienza eccezionale di questa scuola e di tante altre possa servire a costruire una grande riforma dell'istruzione tecnico e professionale italiana. Noi dobbiamo fare una grande riforma - ha continuato - per mettere al servizio del Paese le vostre intelligenze, un canale formativo che deve essere finalmente di serie A, come voi già siete", rivolgendosi direttamente agli studenti.
Scuola mirata alla formazione di lavoratori qualificati
Nel suo discorso, Valditara ha citato anche alcuni dati a supporto della sua tesi: "Ci sono 1,2 milioni di posti di lavoro che non vengono coperti perché le imprese non trovano qualifiche corrispondenti. Il 46 per cento delle imprese non trova qualifiche"
Ancora una volta, le parole del ministro puntano su una scuola che si focalizzi sull'occupazione e sulla formazione professionalizzante, un po' come accade in altri Paesi europei come Germania e Svizzera. "La nostra formazione, rispetto alla Svizzera o alla Germania, è ancora troppo astratta e poco concreta. La nostra Regione - ha ribadito Valditara - da questo punto di vista, è certamente all'avanguardia".
La replica di Calenda e Fontana
La volontà del ministro di rivedere la formazione offerta dalla scuola italiana si è concretizzata nell'accordo tra il Ministero dell'Istruzione e del Merito e la Commissione Istruzione, Università e Ricerca basato sulla ripartizione di 500 milioni destinati al potenziamento dei laboratori presenti all'interno dei vari Istituti Tecnici Superiori.
Tutto questo marcia all'opposto di quanto sostenuto da Carlo Calenda, leader di Azione - Italia Viva che, quest'estate, andava dicendo che "tutti i ragazzi, di qualunque condizione sociale, devono fare il liceo, gli studi professionali e tecnici devono essere rinviati a dopo"
A sostenere, invece, il progetto di Valditara è Attilio Fontana, Presidente della Regione Lombardia, che ha dichiarato: "Da parte nostra, dei nuovi fondi europei una parte consistente verrà investita per ampliare la formazione, perché l'Italia è sicuramente in arretrato rispetto al resto d'Europa. Il ministro ha ribadito che quella lombarda è un'eccellenza a livello italiano e paragonabile alle eccellenze europee. La Lombardia è avanti - ha sottolineato - ma dobbiamo fare di più. É assurdo che ci siano i nostri imprenditori che non riescono a trovare le professionalità necessarie per la loro attività: bisogna fare in modo che ci sia più collegamento"Inoltre, anche Fontana ha ribadito quanto sia importante coinvolgere le famiglie in una scelta ponderata e consapevole per il futuro dei propri figli, concludendo con: "Bisogna dare più orientamento alle famiglie e cercare di far capire le necessità. Bisogna far in modo che si sdogani questo tipo di istruzione"