Il ministro dell'Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara ha partecipato al primo incontro del ciclo "Italia 2023: Persone, Lavoro, Impresa", cioè la piattaforma di dialogo e confronto promossa da PwC Italia e gruppo Gedi insieme all'astrofisica Ersilia Vaudo Scarpetta con un grande obiettivo: riflettere sulla grande importanza delle materie Stem nel mondo contemporaneo.
Sugli insegnanti di sostegno, si sa, le polemiche e i problemi sono davvero numerosi; a tal proposito, Valditara ha dichiarato: "Sul sostegno deve insegnare solo chi ha un'adeguata formazione. Non si può fare come negli scorsi anni in situazioni di emergenza - ha sottolineato - quando anche laureati in giurisprudenza hanno insegnato sostegno. C'è anche il problema del numero di docenti di sostegno. Bisogna anche garantire la continuità educativa ai ragazzi con disabilità, che hanno una maggiore fragilità. Lanceremo un reclutamento che presupporrà una formazione adeguata, è questione di settimane".
Il ministro, quindi, ammette implicitamente la presenza di gravi problematiche legate all'insegnamento su sostegno e, soprattutto, il fatto che fin troppi insegnanti non siano adeguatamente formati per sostenere e supportare studenti disabili.
A questo proposito, Valditara ha anche toccato il tema scottante dell'intelligenza artificiale, sul quale si pone in modo molto contrariato: "Non dobbiamo averne paura, ma dobbiamo governarla. Sappiamo bene che cambierà la nostra società. Non possiamo tenerla fuori dalle scuole, significherebbe non formare i ragazzi al futuro". E ha aggiunto: "D'altro canto può rappresentare un rischio, soprattutto se non si formano i docenti a usarla. ChatGpt può essere utile ma può dare anche risultati paradossali se non viene intelligentemente impiegata".Secondo Valditara, quindi, la scuola deve innanzitutto formare le persone che, a loro volta, possono tener conto dell'intelligenza artificiale, ma senza consentirle di sostituire completamente il lavoro umano.
La polemica su ChatGpt
Nelle ultime settimane si è sentito molto parlare di ChatGpt, un nuovo modello di Generative Pretrained Transformer di OpenAI: in pratica, consente di ottimizzare l'interazione tra utenti umani con l'intelligenza artificiale, il che ha allarmato tantissimo il mondo della scuola. In effetti, come si potrebbe distinguere un tema svolto con l'ausilio di ChatGpt da uno frutto delle sole conoscenze dello studente?
La notizia è stata talmente eclatante che addirittura il Dipartimento per l'Educazione di New York ne avrebbe vietato l'uso per paura che possa avere un impatto negativo sull'apprendimento degli studenti. In Italia non è stata data alcuna dichiarazione ufficiale, ma si sente già parlare di divieti.
E contro questi divieti si è scagliato, pochi giorni fa, il giornalista Gianluca Nicoletti, secondo cui il ministro Valditara sarebbe restio alla modernità. "La scuola italiana deve accettare che il mondo stia cambiando. Gli studenti italiani hanno scoperto ChatGPT - ha dichiarato - infischiandosene del merito e forse anche di essere istruiti. È un bel problema per chi pensi ancora di impegnarsi in battaglie di ripristino delle regole, come il sequestro degli smartphone o la messa all'indice delle parole straniere".
In poche parole, secondo Nicoletti dovrebbero essere i docenti ad adattarsi ai cambiamenti: anziché correggere un compito, potrebbero attenersi a ricercare eventuali tracce di intelligenza artificiale al suo interno. Nicoletti conclude così:"La soluzione non potrà certo essere, ancora una volta, quella di bloccare, impedire, inibire. Nemmeno è possibile continuare a considerare ogni messa a repentaglio di routine scolastiche centenarie una rivoluzione da soffocare. I professori dovrebbero saper fare di ChatGPT argomento delle loro lezioni"