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Il ministro Valditara vuole aumentare gli stipendi dei docenti. Hanno fatto tuttavia discutere le sue recenti dichiarazioni sulla… it-IT Editoriale 2023-01-30T14:45:51+01:00
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Valditara ancora sugli stipendi dei docenti: le critiche alla proposta di aumento su base regionale

Il ministro Valditara vuole aumentare gli stipendi dei docenti. Hanno fatto tuttavia discutere le sue recenti dichiarazioni sulla…

Redazione Universo Scuola
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Il ministro Valditara vuole aumentare gli stipendi dei docenti. Hanno fatto tuttavia discutere le sue recenti dichiarazioni sulla possibilità di un aumento regionale in base al corrispettivo costo della vita. Nonostante le smentite del ministro, si è acceso un dibattito sull'ipotetico provvedimento che tanto ricorda le gabbie salariali, poco gradite a sindacati ma anche a parte importante delle forze politiche italiane.

Maurizio Landini contro Valditara: aumento stipendi regionale ricorda le gabbie salariali

Uno dei più critici verso le considerazioni di Valditara su un possibile aumento degli stipendi su base regionale è Maurizio Landini. Il leader della Cgil si è infatti pronunciato contro l'idea del Ministro, che spaccherebbe il paese accentuando le differenze territoriali già in essere.

Landini accusa Valditara di avere un progetto più ampio in mente che punta alla messa in discussione della scuola pubblica, dei diritti e dell'unità del paese. Criticati anche i tavoli tra governo e associazioni sindacali, definiti incontri finti "Dove tutti parlano e nessuno risponde".

Dopotutto, sottolinea ancora Landini, tutti i lavoratori italiani stanno vivendo un momento di emergenza salariale e nel frattempo il Governo non ha stanziato un solo euro per il rinnovo dei contratti pubblici relativi al triennio 2022-2024 (Istruzione e Università incluse).

Autonomia differenziata e presidenzialismo sono dunque specchietti per le allodole che nascondono l'immobilismo del governo Meloni sui temi dell'evasione fiscale e della riduzione delle tasse su buste paga e pensioni.

Secondo Landini bisognerebbe dunque pensare a una nuova politica industriale, ma la direzione è tutt'altra, con una legge di bilancio che reintroduce voucher e amplia condoni e flat tax, senza contare le spese militari in costante aumento per il conflitto in Ucraina.

La reazione delle forze politiche: da Bonaccini a Gelmini contro la proposta di Valditara

Anche i partiti politici hanno reagito con fermezza alle parole di Valditara. Tra le voci critiche anche l'ex ministra dell'Istruzione Mariastella Gelmini, attualmente vicesegretario e portavoce di Azione.

Sulla scia di Landini, Gelmini sostiene infatti che il governo italiano deve affrontare il problema più ampio dei salari dei lavoratori italiani, non solo dei docenti. La soluzione dovrebbe essere una politica volta al taglio del costo di lavoro così da ridurre le tasse alle imprese e aumentare gli stipendi dei lavoratori.

Della stessa opinione gli aspiranti segretari del PD Stefano Bonaccini ed Elly Schlein. Le gabbie salariali vengono viste come un ritorno al passato, in controtendenza con l'obiettivo dichiarato dell'opposizione, che è quello di fare progredire il paese.

Secondo Bonaccini bisogna migliorare la scuola innalzando l'obbligo scolastico ai 18 anni e potenziando l'orientamento. Più generica Schlein, che sostiene come qualsiasi politica messa in atto dallo Stato debba promuovere l'uguaglianza e offrire a tutti gli studenti e le scuole le stesse opportunità di partenza.

Le parole di Valditara: bisogna aumentare gli stipendi di tutti i docenti

La sensazione è comunque che la posizione del Ministro dell'Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara, a seguito delle proteste scatenate, sia quella di non proseguire con un provvedimento su base regionale.

Per fare piazza pulita delle polemiche sul tema infatti, Valditara ha dichiarato che "La vera sfida è pagare di più tutti gli insegnanti". Le attuali retribuzioni, 1500 euro per un professore e 1300 euro per un docente di scuola primaria, sono infatti reputate dal Ministro inadeguate per rispondere al costo della vita.

Va inoltre sottolineato che quella dei docenti è una situazione particolare anche relazionata agli altri colleghi della pubblica amministrazione: un insegnante infatti non arriva a guadagnare nemmeno 30 mila euro lordi all'anno, mentre la media annuale delle PA è di 34 mila euro.

Almeno a parole dunque, il rischio della differenziazione degli stipendi dei docenti sembra scongiurato. Bisogna però capire quali provvedimenti il governo intende realmente introdurre, specie considerando che comunque la Lega continua il suo pressing per l'Autonomia differenziata.

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