La crisi generale della scuola italiana passa anche dai viaggi di istruzione e dalle gite di classe. Da sempre momenti emozionanti di crescita umana e culturale, ma anche occasioni di divertimento, i viaggi di istruzione sembrano oggi costituire un problema sia per i docenti che per studenti e famiglie.
Le cause di questo disagio nei confronti dei viaggi di istruzione sono molteplici. Da una parte le famiglie si trovano in difficoltà a fronteggiare un costo della vita che aumenta, al contrario degli stipendi. Dall'altra i docenti si trovano sommersi di responsabilità, senza che queste vengano adeguatamente riconosciute.
Il punto di vista dei sindacati. Perché i viaggi di istruzione sono diventati un problema per i docenti
Uno spaccato più chiaro della situazione si può avere grazie alle parole dei sindacati. Rusconi di Anp denuncia infatti che sono pochissimi i professori che danno la loro disponibilità per accompagnare le classi in gita. Uno dei motivi è rappresentato dal fatto che i ragazzi sono sempre più irrequieti e imprevedibili, rendendo il compito di vigilanza sempre più arduo.
Sembra il solito ritornello, una critica già sentita verso le nuove generazioni, ma in realtà negli ultimi anni si è assistito a un netto aumento degli incidenti durante i viaggi di istruzione e alcuni di essi sono stati purtroppo anche mortali.
Il problema è anche economico. Con l'abolizione della diaria gli istituti devono provvedere di tasca loro al rimborso economico che non sempre è fisso. Allo stesso tempo i docenti non ricevono significativi compensi extra. Tanti oneri e responsabilità insomma e quasi nessun riconoscimento.
I docenti che accompagnano le classi in gita infatti ottengono giusto un piccolo contributo bonus di "Flessibilità" a fine anno, che non ripaga assolutamente la delicata funzione di vigilanza. Rino Di Meglio di Gilda Scuola conclude con amarezza che i sindacati non possono intervenire in materia, dato che mancando delle risorse statali, tutta la situazione ricade sulle spalle dellesingole scuole.
Le famiglie degli studenti: "Le gite costano troppo, lo Stato deve aiutarci"
D'altro canto, gite e viaggi di istruzione rappresentano sempre più un problema anche per gli studenti e per le loro famiglie. L'assenza di aiuti statali, l'aumento dei costi dei trasporti e dei preventivi delle agenzie di viaggio pesano infatti parecchio sulle finanze familiari.
Sono poche le famiglie che, già alle prese con un'inflazione galoppante e un costo della vita sempre più alto, non possono sostenere un esborso che va dai 350 ai 600 euro per un periodo di 3-5 giorni.
I genitori sono consci dell'importanza dei viaggi di istruzione, ma anche degli stage e dei tirocini proposti dalle scuole, ma allo stesso tempo le difficoltà economiche sono oggettive. Le loro richieste sono dunque comprensibili: aiuti statali per garantire il diritto allo studio, possibilità di rateizzare i costi o un'abolizione delle commissioni.
Anche da questo punto di vista però, la situazione non è rosea. Abbandonate a loro stesse, le scuole provano a sopperire, proponendo mete più vicine e meno dispendiose. Il risultato però è che le gite sono sempre più brevi, con meno studenti a prenderne parte. Un duro colpo al diritto allo studio di tanti giovani italiani, che certifica la crisi economica della nostra società, e di conseguenza della scuola.