Continua a fare discutere la questione intorno ai vincoli di mobilità 2023. Nelle scorse settimane abbiamo spesso sottolineato come infatti servisse l'autorizzazione delle istituzioni europee per procedere con le deroghe sui vincoli.
Da Bruxelles invece salta fuori (la nota è datata 24 febbraio) che gli unici organi deputati a risolvere il problema dei vincoli e delle loro deroghe sono quelli del governo nazionale italiano. La comunicazione è insomma poco chiara e i docenti con sempre meno certezze.
I vincoli mobilità devono essere gestiti dal governo italiano
Andiamo con ordine. Il mese scorso la Commissione Cultura del Parlamento europeo si è vista recapitare una lettera scritta dai docenti del Comitato dei vincolati. Questi lamentavano la situazione della mobilità in Italia. Si legge infatti che:
"La deroga ai vincoli è stata all'ultimo momento espunta dal Milleproroghe, ufficialmente per incompatibilità con il PNRR, nel quale si invoca il principio di continuità didattica. Diversi esponenti politici attribuiscono questa inversione di rotta all'intervento della Commissione Europea, che proprio sulla base di quanto indicato nella progettualità del PNRR riterrebbe la continuità didattica fondamentale."
I docenti richiedevano così l'intervento ufficiale di Bruxelles che ha però sottolineato come in realtà gli unici organismi deputati a dirimere le questioni sui vincoli di mobilità siano proprio quelli nazionali. Sembra in sintesi un rimpallo di responsabilità tra istituzioni europee e italiane, dato che invece il governo italiano ha sempre parlato di vincoli concordati con l'Europa in ottica del raggiungimento degli obiettivi del PNRR (in primis la continuità didattica)
Pittoni risponde
Il responsabile scuola della Lega Mario Pittoni è intervenuto in merito, ribadendo come il vincolo tra Europa e Italia sia qualcosa di reale. Ai tempi delle trattative infatti la continuità didattica è stata legata proprio al PNRR e di conseguenza al dialogo con Bruxelles.
Pittoni puntualizza anche che la questione non riguarda solo i vincoli. Tuttavia precisa anche come i docenti vincolati si siano rivolti ad un organo improprio, in quanto è vero che non è il Parlamento Europeo che deve ascoltare queste richieste, ma gli stessi uffici deputati all'erogazione dei fondi del PNRR.
Oltre i vincoli: la mobilità presenta altri problemi
Gli insegnanti si sono lamentati della scarsa trasparenza della comunicazione e continuano dunque a essere vittime di una situazione poco chiara. I problemi della mobilità non si limitano comunque ai vincoli e alla burocrazia tra Italia ed Europa.
Anche ammettendo che il governo riuscisse a rispettare tutte le promesse fatte in campagna elettorale, che comprendevano la totale ridiscussione dei vincoli con l'Unione Europea, rimarrebbe infatti in piedi un grandissimo problema, ovvero quello della mancanza di cattedre.
In altre parole, anche senza vincoli, moltissimi docenti non potrebbero comunque riavvicinarsi a casa e alle famiglie, perché non ci sono di fatto cattedre disponibili. Sono infatti tanti i professori che al momento lavorano nelle regioni del nord e sono in attesa di poter tornare al sud.
Nelle scuole del Mezzogiorno però le cattedre sono quasi sempre del tutto coperte e le possibilità di rientro inevitabilmente legate ai pensionamenti. Va però detto che questo è un problema strutturale della scuola italiana, che prescinde dalle possibili iniziative di un governo e dal suo orientamento politico.