La giornata odierna segna una tappa definitiva nel processo scolastico: è infatti atteso per oggi pomeriggio, a partire dalle ore 17.00, il decreto-legge sulla Riforma del Reclutamento. Prima di approdare preso l'Aula di Palazzo Madama, però, in mattinata vi sono stati incontri di discussione tra le forze di maggioranza e quelle governative: il punto nevralgico riguarda infatti da sempre i cavilli attorno agli articoli 44 e 45, di precipua pertinenza scolastica.
Riforma del reclutamento e decreto PNRR
Quello di oggi sarà l'emendamento che potrebbe andare a riscrivere i contorni del Decreto PNRR 2 n. 36. Raggiungere l'intesa su un punto così delicato, però, non è cosa semplice: infatti, si lavora su di un testo che prevede un maxi-emendamento e dei provvedimenti in grado di garantire l'istituzione di percorsi abilitanti, la riapertura delle graduatorie di merito degli idonei nei concorsi, l'eliminazione dei test a crocette, l'allungamento della fase transitoria per superare il precariato storico, il salvataggio della carta docente.
Al momento però, sappiamo che su tali voci si è espresso il Ministero dell'Economia il quale è intervenuto col fine di rinvenire fonti finanziarie alternative per scongiurare un taglio di quasi 10mila cattedre e della Carta del Docente, che da 500 potrebbe essere portata a 370 euro, così come previsto dal piano PNRR. È atteso allora per oggi pomeriggio l'occasione per limitare e ovviare ai tagli sulla scuola, anche se potrebbero essere eliminati dal testo dell'emendamento la parte relativa al salvataggio delle cattedre e della Carta del Docente.
Le reazioni in seno alle frange politche
Sulla delicata questione della riduzione economica da apportare alla Carta del Docente sono intervenuti gli onorevoli Gabriele Toccafondi e Daniela Sbrollini di Italia Viva, i quali hanno sostenuto con fermezza che sarà evitato, almeno fino al 2024, ogni taglio a tale beneficio - inteso come parte essenziale nel processo di formazione. Ciò detto grazie all'impegno sinergico delle forze di maggioranza, indirizzate a rinvenire risorse alternative necessarie.
Dal canto del partito di Matteo Renzi, il tema della Carta Docente è quantomai vivo: ricordiamo, infatti, che fu di introduzione renziana con la celebre riforma della Buona Scuola (Legge 107/2015), fortemente perorata dall'ex Presidente del Consiglio.
Lo stesso Mario Pittoni, senatore della Lega e responsabile del Dipartimento Istruzione del partito leghista, oltre che vicepresidente della commissione Cultura a Palazzo Madama, ha lanciato un appello in vista della decisiva giornata odierna. A suo dire, nonostante le varie risposte negative provenienti dal Mef, in riferimento al decreto legge 36 - oggi in discussione - vale la pena di ragionare su di alcuni nodi cruciali: l'istituzione di percorsi formativi abilitanti all'insegnamento per ogni categoria di docente, il prolungamento della fase transitoria ai fini del superamento del precariato storico, la definitiva eliminazione dei quiz a crocette da tutti i concorsi, l'accesso diretto ai corsi di specializzazione sul sostegno per chi ha tre annualità di esperienza specifica, il ripristino delle graduatorie di merito degli idonei ai concorsi per coprire i posti che successivamente si rendono vacanti. Il tutto, a parere del senatore, è meritevole della degna attenzione sebbene sarà successivamente necessario "vigilare sui criteri applicativi di alcuni provvedimenti".