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Un prof. taglia una ciocca di capelli a una sua studentessa iraniana: è bufera. Studenti insoddisfatti dei loro docenti chiedono un test psicoattitudinale. it-IT Editoriale 2022-09-30T17:01:01+02:00
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Azione studentesca contro il professore che ha tagliato una ciocca di capelli a un'alunna iraniana. "Vogliamo il test psico-attitudinale per i docenti"

Un prof. taglia una ciocca di capelli a una sua studentessa iraniana: è bufera. Studenti insoddisfatti dei loro docenti chiedono un test psicoattitudinale.

Redazione Universo Scuola
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L'associazione di studenti "Azione studentesca" fa sentire la sua voce dopo che un docente ha tagliato una ciocca di capelli a una sua alunna iraniana, sostenendo che fosse un modo per esprimere vicinanza alle donne del suo paese.

Il gesto ha scatenato la pronta reazione della comunità scolastica, ma ad alcuni rappresentanti degli studenti non basta: si registra infatti una crescente insoddisfazione verso il corpo docenti. Un test psico-attitudinale potrebbe essere una soluzione?

Un professore taglia una ciocca di capelli a una studentessa iraniana: cos'è successo

Quanto accaduto tra il docente e la sua studentessa di origini iraniane ha dell'incredibile. Il professore infatti ha ben pensato di commentare in classe con i ragazzi i recenti tragici avvenimenti che stanno coinvolgendo le donne in Iran.

Tutto normale fin qui, se non fosse che a un certo punto il docente ha deliberatamente tagliato una ciocca di capelli a una sua studentessa, appunto iraniana, affermando che quello era un modo per essere solidale con le donne del suo paese.

La giovane è rimasta paralizzata, atterrita da quanto stava inaspettatamente accadendo, sentendosi umiliata anche dalle risate e dagli scherni dei compagni. Una vera e propria violenza nei confronti di una ragazza e della sua sfera strettamente personale.

La famiglia della ragazza si è ovviamente indignata e la reazione della dirigenza dell'istituto non si è fatta attendere, con un procedimento che non è tardato ad arrivare nei confronti del docente che non sembra tuttavia aver compreso la gravità di quello che, a suo dire, era solo un gesto dimostrativo.

Le reazioni all'accaduto: un forte dissenso

Non sono stati solo gli studenti a manifestare prontamente il loro sdegno riguardo l'accaduto: un forte dissenso arriva infatti anche da Cristina Costarelli, dirigente scolastica del liceo scientifico Newton di Roma, nonché presidente dell' Associazione presidi della regione Lazio.

Secondo Costarelli sono necessarie azioni disciplinari nei confronti del docente. Se infatti è apprezzabile la volontà di un insegnante di portare l'attualità in classe, è assolutamente intollerabile strumentalizzare gli studenti per manifestare una posizione, seppur solidale.

Non si può infatti utilizzare una studentessa per fare un riferimento personale ad una vicenda, né tantomeno forzarla a prendere una posizione, con modalità che peraltro non tengono conto della sua volontà. Il risultato, per quanto non voluto dal docente, è stato quello di ledere la dignità della stessa ragazza.

Critica anche Eleonora Mattia, la presidente della commissioni Pari opportunità del consiglio regionale. Secondo Mattia infatti i docenti devono consapevolizzare i minori riguardo le questioni internazionali e di attualità, fornendo loro gli strumenti per prendere autonomamente, nel tempo una posizione, ma senza operare alcuna forzatura.

Azione studentesca non ci sta: "Docenti psicologicamente inadeguati che sfogano le loro frustrazioni"

Secondo i ragazzi di Azione Studentesca gli abusi che gli insegnanti compiono sui ragazzi non sono singoli casi isolati, ma segno di una profonda inadeguatezza psicologica allo svolgimento del lavoro di docenza.

Sarebbero molti di più gli abusi compiuti sui ragazzi, intesi come maltrattamenti, punizioni reiterati al limite della persecuzione e vere e proprie molestie. Il problema è la mancanza di risonanza di queste notizie, troppo spesso coperte da un atteggiamento omertoso e da timore reverenziale nei confronti del corpo docenti.

I professori, che per i ragazzi dovrebbero essere una guida, finirebbero dunque troppo spesso per sfogare su di loro frustrazioni e insoddisfazioni personali. Secondo i rappresentanti di Azione studentesca sarebbe dunque necessario sottoporre un futuro docente a un test psicoattitudinale, in maniera simile a quanto accade per le forze armate, così da ridurre le possibilità di comportamenti nocivi in classe.

Per la Rete degli studenti medi le sanzioni sono sufficienti

Anche la Rete degli studenti medi - altra associazione studentesca di rilievo - ha definito l'accaduto un abuso di potere gravissimo. Per i ragazzi certi comportamenti dei docenti dovrebbero appartenere ad un passato da lasciarsi definitivamente alle spalle, in virtù dei diritti riconosciuti agli studenti di oggi.

Per la Rete degli studenti medi però non serve alcuna revisione dei processi di selezione dei docenti o almeno la loro posizione ufficiale non prevede nulla a riguardo. Sarà infatti sufficiente l'attuazione di misure disciplinari efficaci a seguito di un'indagine che possa fare pienamente luce su quanto accaduto in classe.

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