Il nuovo anno scolastico è alle porte e sul web si discute molto di quali debbano essere le misure di sicurezza da applicare nelle aule di tutta Italia. Nonostante i numeri confortanti, sarebbe infatti un errore pensare alla pandemia come una spiacevole parentesi appartenente al passato.
Tra i tanti pareri, spicca quello del celebre virologo Matteo Bassetti, che afferma provocatoriamente di essere pronto a scendere in piazza per protestare contro un eventuale ritorno all'obbligo di indossare la mascherina.
Per Bassetti la mascherina deve essere un ricordo. Quali misure di sicurezza per la scuola?
Perentorio dunque Bassetti, che si augura che quest'anno scolastico possa iniziare e concludersi senza il ritorno alla mascherina né tantomeno alla didattica a distanza.
La posizione di Bassetti si basa sull'idea che è inutile imporre norme e restrizioni esclusive all'ambiente scolastico se fuori dalle aule tutto rimane per com'è. Non avrebbe infatti senso costringere i ragazzi all'utilizzo della mascherina qualora non fosse obbligatoria in tutti gli altri contesti quotidiani.
Discorso analogo per la didattica a distanza, che secondo Bassetti non deve essere gestita in maniera autonoma dai presidi delle singole scuole, ma presa in considerazione solo sulla base della posizione ufficiale del ministero della Salute, il quale si deve porre come riferimento unico per tutti gli istituti.
Il parere di Massimo Ciccozzi: "Aule senza mascherina sono un esperimento"
Massimo Ciccozzi, responsabile dell'Unità di Statistica medica ed Epidemiologia della Facoltà di Medicina e Chirurgia del Campus Bio-Medico di Roma fa eco a Matteo Bassetti, seppur in maniera più moderata.
Secondo Ciccozzi infatti il ritorno a scuola senza mascherina è un vero e proprio esperimento, che però richiede una verifica epidemiologica 20 giorni dopo dall'inizio dell'anno scolastico.
I dati attuali spingono infatti a considerare la situazione con ottimismo ma, ribadisce Ciccozzi, bisogna sempre considerare una certa imprevedibilità quando si parla di Covid.
Nonostante infatti sia improbabile pensare a un picco di 100mila casi autunnali, bisogna verificare la tenuta delle scuole nel momento in cui i contagi si rialzeranno anche moderatamente. Sarà dunque necessaria una certa prudenza da parte di tutti e un'ottima capacità di analisi da parte della comunità medico-sanitaria così da tenere sempre sotto controllo la situazione generale.
Ritorno a scuola: verso la normalità, ma attenzione ai più fragili
Il nuovo anno scolastico si appresta a iniziare e si spera possa svolgersi nel segno della tanto agognata normalità. È tuttavia importante preservare gli studenti più fragili, particolarmente vulnerabili all'infezione da Covid-19 e alle sue conseguenze.
Secondo Valentina Grimaldi, pediatra e psicoterapeuta consigliera di Omceo Roma, bisogna garantire infatti a tutti la possibilità di frequentare regolarmente la scuola, così da evitare interruzioni didattiche agli studenti più fragili.
Grimaldi evidenzia come negli ultimi anni sono stati tantissimi i ragazzi che hanno perso importanti momenti di socialità e crescita per colpa della pandemia: ecco dunque che la mascherina diventa una preziosa alleata per i soggetti a rischio o con sintomi sospetti di entità moderata, insieme alla corretta areazione delle classi.
Se le norme si allentano però è opportuno che le famiglie si facciano carico di maggiori responsabilità, aiutando ad esempio i figli a mantenere una corretta igiene delle mani e ad osservare l' "Etichetta respiratoria". Fondamentale anche non mandare i figli a scuola se presentano sintomi che possano far pensare ad un contagio da Covid-19.
L'importanza del vaccino. Disponibili i nuovi booster contro la variante Omicron 1
Grimaldi rimarca infine l'importanza del vaccino, grazie al quale oggi si può finalmente parlare di ritorno alla normalità. La riduzione delle restrizioni non implica infatti che il vaccino sia ormai qualcosa di superfluo.
Proprio in queste ore tra l'altro l'Aifa ha approvato i nuovi booster anti-Covid specifici contro la variante Omicron 1. Questi possono essere somministrati a tre mesi dal ciclo vaccinale primario o dall'ultimo booster ricevuto.
I destinatari sono principalmente i soggetti fragili e gli over 60, ma non esistono controindicazioni: tutti i cittadini dai 12 anni di età in su possono infatti decidere di sottoporsi al richiamo.