Il problema del caro affitti non riguarda soltanto gli studenti. Anche i docenti stanno infatti facendo sentire la loro voce, lamentandosi delle spese che sono costretti ad affrontare ogni mese per svolgere il loro lavoro, a fronte di stipendi non adeguati al costo della vita di oggi.
Anna Maria Bernini intanto continua a prendere le distanze dal suo collega Giuseppe Valditara, rifiutando qualsiasi politicizzazione del discorso. Il caro affitti è un problema reale, che non riguarda solamente le amministrazioni della sinistra.
Caro affitti e docenti: servono stipendi più alti
Si è detto tante volte: i docenti italiani sono malpagati rispetto ai colleghi europei. Il ministro dell'Istruzione e del Merito ha parlato spesso della necessità di ritoccare gli stipendi, ma la contrattazione è un altro problema spinoso che affligge la scuola italiana.
Per questo motivo, il costo degli affitti è spesso insostenibile anche per i professori, tanto più se costretti a lavorare lontano da casa per via di un sistema di reclutamento farraginoso, dei vincoli per la mobilità e di una cronica mancanza di posti nei territori di appartenenza.
Sono quindi numerose le testimonianze di giovani docenti che devono far fronte ai costi elevati di camere e posti letto: non meno di 500 euro a cui bisogna sommare le spese per la vita quotidiana (affitto, carburante, vitto) e quelle per tornare a casa durante le vacanze per riunirsi agli affetti, con voli da Nord a Sud a prezzi folli.
Cosa resta dunque di uno stipendio medio che arriva a malapena a 1.500 euro? Decisamente poco e, contrariamente a quanto dice il ministro Valditara, questo accade anche nei comuni governati dal centro-destra.
A vedere i dati dopotutto la situazione è chiara: gli stipendi dei docenti, come più in generale degli impiegati pubblici, sono aumentati soltanto del 7,5% a fronte di un'inflazione galoppante che ha reso il costo della vita più alto. Serve dunque un intervento politico che sia vicino alle reali esigenze del paese e che consideri il problema del caro affitti non come un'esagerazione degli studenti, ma come una criticità strutturale del sistema economico italiano.
Le risposte della ministra Bernini. Messa a disposizione di immobili inutilizzati e fondi per gli studenti
Sin dalle sue prime dichiarazioni, la ministra dell'Università e della Ricerca Anna Maria Bernini ha mostrato l'interesse a risolvere la questione del caro affitti. In primis ha ricordato che il Governo ha già stanziato 400 milioni per la creazione di nuovi posti letto, oltre i 500 per le borse di studio. In più attraverso i fondi del Pnrr l'obiettivo è quello di destinare agli studenti altri 52.500 posti letto.
Dopo le ultime polemiche però, le attenzioni verso il caro affitti è aumentata. Bernini ha infatti comunicato di aver richiesto un censimento degli immobili inutilizzati per rimetterli a disposizione degli studenti. In molte province infatti c'è anche un serio problema di reperibilità dei posti letto.
Tramite l'interlocuzione del ministro per gli Affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il Pnrr, Raffaele Fitto sono inoltre stati presentati due emendamenti governativi per incentivare le misure di housing universitario, già introdotte dall'articolo 25 del decreto legge 144/2022.
Questo intervento esclude la natura di aiuto di Stato del provvedimento, rendendo di fatto più semplice attuare misure di incentivazione dedicate alla creazione di studentati universitari direttamente sotto la competenza del Ministero dell'Università e della Ricerca.