Novità riguardo la questione caro affitti: l'Ansa ha infatti comunicato che il Governo ha ritirato l'emendamento che avrebbe sbloccato fondi destinati agli alloggi studenteschi. Era prevista l'erogazione di ben 660 milioni di euro per aiutare gli studenti a fronteggiare il caro affitti. Deluse le opposizioni e le organizzazioni studentesche. Il Governo giustifica la sua scelta.
Stop all'emendamento da 660 milioni. Il Governo si giustifica e promette di combattere il caro affitti
Per sedare le polemiche il Governo è subito corso ai ripari. Nessun dietrofront sulla lotta al caro affitti. ma solo un cambio di programma. La versione ufficiale è infatti che l'emendamento da 660 milioni verrà proposto contestualmente ad un altro decreto. Il ritiro rispetto al decreto PA non coinciderebbe dunque con una cancellazione definitiva dello stesso.
Questa almeno è la versione di Nazario Pagano, presidente della commissione Affari costituzionali della Camera di Forza Italia. L'emendamento verrà presentato ad un decreto "Omnibus" con norme su Inps, Inail ed Enti Lirici, così da non rischiare l'inammissibilità per estraneità di materia.
Secondo il Ministro Università e Ricerca è infatti più opportuno convogliare i contenuti dell'emendamento 9.33, quello relativo all'housing
universitario, nel decreto legge 51/2023, più attinente rispetto al precedentemente previsto decreto legge 44/2023.
Le polemiche dei partiti e delle organizzazioni studentesche
Lo stop dell'emendamento contro il caro affitti ha comunque provocato le polemiche dei partiti di opposizione, che non si fidano del Governo. Secondo Francesco Silvestri, capogruppo Movimento 5 Stelle alla Camera si sta infatti assistendo a un bluff del governo Meloni, accentuato dal fatto che i fondi di cui si sta parlando non sono nuovo risorse, ma quelle già previste dal Pnrr. Tanta retorica e poca sostanza. Ancora più critica Elisabetta Piccolotti di Alleanza Verdi Sinistra che puntualizza come i 660 milioni andrebbero totalmente reindirizzati, in favore delle università pubbliche e delle agenzie regionali responsabili del diritto allo studio.
Destinare questi fondi ai posti letto con queste modalità significherebbe infatti coprire un buco per 3 anni, con 52.000 posti letto, ma andando ad arricchire società immobiliari pagando un prezzo ridotto solo del 15%. Bisognerebbe insomma trovare una soluzione che sia valida sul lungo periodo e non una semplice toppa fino al 2026.
Anche dal fronte studentesco arrivano dichiarazioni colme di delusione. Simone Agutoli di Unione degli Universitari commenta amaramente la decisione del Governo di ritirare l'emendamento contro il caro affitti in quanto già dall'inizio sembrava un intervento propagandistico, realizzato in fretta e furia.
Secondo Agutoli il problema principale è che troppi fondi del Pnrr stanno venendo concessi ai privati e senza una regolamentazione, non risolvendo quelli che sono i reali problemi. Gli stessi numeri dichiarati dal Ministro dell'Università e della Ricerca sarebbero inoltre distanti dal target fissato dal Pnrr. La risoluzione del problema del caro affitti sembra dunque ancora molto lontana.