Diventare docenti in Italia è un percorso tortuoso e il precariato è un fenomeno molto diffuso, nonché uno dei grandi problemi che affliggono la scuola del nostro paese. I frequenti cambi di governo non hanno contribuito a istituire un sistema di reclutamento stabile negli anni.
Le intenzioni del ministro del Merito e dell'Istruzione Giuseppe Valditara sembrano essere quelle di operare nella continuità del suo predecessore Patrizio Bianchi, almeno per quanto riguarda il tema del reclutamento docenti.
La legge 79/2022: il sistema di reclutamento docenti italiano
Se Valditara realmente porterà a termine quanto progettato da Bianchi, per diventare docenti si farà riferimento alla legge 79/2022. Questa dovrebbe dare vita a una procedura permanente di reclutamento docenti, suddivisa in due fasi:
- Percorso universitario/accademico abilitante: È una fase di formazione iniziale, con frequenza obbligatoria. È composta da 60 CFU/CFA e prevede un esame scritto e un colloquio finale per accertare le capacità acquisite dal candidato. Al suo termine viene conseguita l'abilitazione;
- Concorso pubblico nazionale: Avrà base regionale o interregionale in caso di numeri limitati. Il concorso sarà riservato sia ai docenti abilitati che a quelli che hanno svolto tre anni di servizio nella scuola statale, negli ultimi cinque anni. Almeno uno di questi deve essere relativo alla classe di concorso per cui ci si vuole abilitare.
Diventare docenti: cosa succede dopo il concorso
Una volta svolto il concorso, i docenti abilitati vincitori saranno regolarmente immessi in ruolo, con un contratto a tempo indeterminato. Diversamente, i docenti vincitori ma non abilitati riceveranno un contratto a tempo determinato per un anno scolastico.
Durante questo anno il neo-docente dovrà sostenere un percorso formativo che si concluderà con l'acquisizione di 30 CFU. Una volta terminato il percorso, il docente firmerà un contratto a tempo indeterminato.
Previsto anche un anno di prova in servizio: per i docenti abilitati inizia subito, mentre per i non abilitati al termine dell'anno con contratto a tempo determinato, dopo la firma del contratto a tempo indeterminato.
La fase transitoria
Secondo la legge 79/2022 i docenti non abilitati potranno partecipare ai concorsi solo fino al 31 dicembre 2024. Questa possibilità è vincolata all'avere conseguito i 24 crediti necessari all'insegnamento entro ottobre 2022.
In alternativa i docenti dovranno conseguire i 30 CFU entro la data limite del 31 dicembre del 2024.
Reclutamento docenti e legge 79/2022. Alcune considerazioni
Relativamente alla legge 79/2022 non è stato ancora emanato alcun decreto attuativo. Visti i tempi stretti previsti dalla normativa, si fa sempre più probabile un rinvio della scadenza prevista per il 31 dicembre 2024, con un altro conseguente rinvio per gli ITP i quali dovrebbero partecipare al concorso entro quella data.
Un'altra possibilità è quella di un totale cambio di rotta, come sostenuto da Giuseppe D'Aprile. Il segretario generale di Uil Scuola Rua ha infatti sottolineato come i concorsi svolti dal 2012 in poi non hanno dato, agli aspiranti docenti, risposte concrete.
Il (nuovo) sistema di reclutamento docenti dovrebbe dunque rispondere ad alcune esigenze specifiche, ovvero:
- L'assunzione dei docenti idonei presenti nelle graduatorie dei concorsi e la stipula di un contratto pluriennale per i docenti non abilitati, con un percorso di abilitazione più snello e con successiva immissione in ruolo;
- Favorire l'abilitazione a tutto il personale di ruolo con titolo specifico per altro grado, utile per insegnare un'altra disciplina;
- Valorizzare l'esperienza conseguita dai tantissimi precari con molti anni di insegnamento alle spalle e che hanno dimostrato "Sul campo" di meritare di svolgere la professione.
L'idea di D'Aprile è insomma quella di modificare a livello profondo la struttura del sistema di reclutamento dei docenti, in modo da valorizzare il personale e garantire la continuità didattica agli studenti, che troppo spesso vedono avvicendarsi vari insegnanti per colpa della burocrazia.