Arrivato l'attesissimo sì da parte della Camera alla proposta di legge che prevede l'utilizzo e la valorizzazione delle competenze non cognitive in ambito didattico. L'approvazione è stata praticamente unanime, con 340 voti positivi e sono 5 astenuti. Adesso il testo passerà in esame al Senato.
Contenuti e finalità della proposta
La proposta, ideata e portata avanti dall'intergruppo parlamentare per la Sussidiarietà, comprende una serie di sperimentazioni strutturate e inclusive mirate al coinvolgimento e alla valorizzazione delle competenze extra-disciplinari: si tratta delle cosiddette "life skills", cioè tutte quelle abilità che permettono a ciascun individuo di apprendere comportamenti positivi e di adattamento utili per affrontare la vita di tutti i giorni, comprese le sfide e le difficoltà.
Nello specifico, le attività previste puntano al sapere gestire le emozioni, lo stress, l'empatia, il pensiero creativo e quello critico e insegnare ai soggetti che ne hanno bisogno come prendere decisioni e risolvere anche i problemi più piccoli; in poche parole,si tratta del classico problem solving che, in alcuni casi, può essere davvero difficile da mettere in pratica.
Con la proposta di legge, quindi, si vuole dare il via a una sperimentazione a livello nazionale della durata di 3 anni in merito ad attività finalizzate proprio allo sviluppo delle competenze non cognitive nei corsi di studio di ogni ordine e grado; di conseguenza, è prevista anche un'accurata formazione per i docenti.
Cosa sono le competenze non cognitive
Per competenze non cognitive si intende l'insieme di abilità non direttamente legate al processamento delle informazioni. Fanno invece riferimento a delle caratteristiche individuali legate agli ambiti emotivi, psicosociali e a caratteristiche di personalità". In sostanza, si tratta della motivazione, della positività, così come della proattività e della stabilità emotiva di ciascun individuo.
Sono tutte abilità, quindi, molto lontane dalle competenze cognitive, cioè le "cognitive skills" che, invece, rientrano in tutte quelle abilità correlate al processamento delle informazioni: capacità di calcolo, verbali, logiche e di memorizzazione.
Le parole del ministro Bianchi: "Garantire l'effettivo e pieno sviluppo di ogni giovane"
In merito all'approvazione della proposta di legge si è espresso il ministro dell'istruzione Bianchi che, ringraziando l'Intergruppo Parlamentare per la Sussidiarietà e il Parlamento per la decisione presa, ha sottolineato quale sia l'obiettivo finale comune: "Garantire l'effettivo e pieno sviluppo di ogni giovane. Questo provvedimento - aggiunge - contribuisce a costruire una scuola che mira alla formazione di qualità, per tutti e per ciascuno, e allo stesso tempo è luogo di relazioni. In altre parole una scuola che educa cittadine e cittadini consapevoli delle proprie capacità e inclusiva".
Vittoria Casa: "Strumenti per superare le difficoltà"
Secondo la presidente commissione Cultura Scienza e Istruzione Vittoria Casa, il sì della Camera è l'inizio "di un percorso importante". Capita, infatti, in un momento storico molto delicato, soprattutto per i giovani che, a causa della pandemia, sono costretti a compiere grandi rinunce. A suo dire, quindi, "a loro vanno forniti gli strumenti per superare le criticità generate dalla pandemia e per potersi affermare nella vita", lasciando trasparire grande entusiasmo per l'esito ricevuto.
"L'introduzione sperimentale e volontaria del nuovo metodo didattico sarà oggetto di valutazione nei prossimi tre anni - continua. "Si tratta di un seme d 'innovazione della scuola italiana, un elemento di trasformazione che adegua il nostro sistema ai grandi cambiamenti in corso" aggiunge, precisando come sia fondamentale, al giorno d'oggi, riuscire a integrare la didattica tradizionale con altre competenze legate a flessibilità, creatività, apertura mentale, stabilità emotiva, capacità di argomentare, interagire e discernere.
Competenze non cognitive importanti e decisive: il parere di Maurizio Lupi
A dare il suo parere in merito anche e soprattutto Maurizio Lupi, presidente dell'intergruppo parlamentare per la Sussidiarietà e promotore del progetto di legge, che ritiene le competenze non cognitive non solo importanti, ma assolutamente decisive sia nel processo di apprendimento, che nel lavoro. Competenze quali l'affidabilità, la capacità di lavorare in gruppo, l'impegno, la perseveranza e la disponibilità a imparare, infatti, sono abilità imprescindibili per la vita di tutti i giorni.
Inoltre, secondo Lupi puntare alla valorizzazione di doti non necessariamente legate allo studio potrebbe essere la mossa vincente per coinvolgere con più entusiasmo anche gli alunni più "difficili": "Le sperimentazioni già in atto in molte scuole italiane - dichiara - dimostrano che si combatte anche così il grave fenomeno dell'abbandono scolastico (99.000 studenti ogni anno) e quello dei Neet (giovani che non studiano né lavorano) che vede purtroppo l'Italia ai primi posti nei Paesi più avanzati".