Le conseguenze della pandemia sull'istruzione sono il motivo che spingono quest'anno gli studenti a protestare contro il Governo: "Ci considerate zero" e "Risposte mai arrivate" sono gli slogan principali delle manifestazioni che si terranno dal 12 al 19 novembre 2021.
I motivi della contestazione
Saranno ben 40 le piazze che verranno occupate venerdì 19 novembre in tutta Italia: le principali saranno Roma, Genova, Palermo e Firenze. Gli studenti faranno sentire la loro voce contro le ultime decisioni prese (o non prese) dal Governo in merito alla scuola, alle università e all'istruzione in generale. "Abbiamo atteso fin troppo risposte mai arrivate dal Governo e dal Ministero, ora abbiamo deciso di farci sentire" ha dichiarato Tommaso Biancuzzi, coordinatore della Rete degli Studenti Medi. E aggiunge: "Finora siamo stati considerati zero: oggi vogliamo essere quello zero da cui ricostruire da capo la scuola e la società".
Gli studenti vogliono smuovere le acque anche sullo stato di precarietà al quale sono, purtroppo, condannati non solo dal punto di vista economico e lavorativo, ma anche e soprattutto mentale: la convivenza con il Covid, infatti, ha notevolmente influito sullo stress di bambini e ragazzi a tal punto da richiedere la presenza di uno psicologo all'interno degli istituti scolastici per dar loro un supporto efficace e duraturo.
Psicologo a scuola: la richiesta della Lega
È stata proprio la Lega a presentare in Senato un ddl, accompagnato da una mozione, con l'intento di introdurre "un nuovo rapporto tra famiglie, scuola e ragazzi che consolidi una cultura ed una educazione alla non-violenza ed al rispetto altrui" attraverso la presenza di uno psicologo a disposizione di studenti, docenti, personale scolastico e famiglie.
Le due senatrici Antonella Faggi e Maria Gabriella Saponara sono in prima linea nella richiesta di uno psicologo professionista nelle scuole secondarie, in modo da "individuare e depotenziare in tempo quelle situazioni di violenza che potrebbero scatenarsi". Entrambe, infatti, sostengono quanto ci sia "bisogno di un ascolto di maggiore qualità per i nostri figli e nipoti, così da costruire per loro una società più sostenibile: la Lega c'è, pronta a raccogliere necessità e indicazioni di famiglie e ragazzi".
Nel frattempo, gli studenti non demordono e questa prima settimana di proteste potrebbe essere la prima di una lunga serie.