La crisi energetica conseguente alla guerra in corso tra Russia e Ucraina sta mettendo a dura prova tutti i settori della società e c'è da aspettarsi che la scuola non faccia eccezione.
Il rincaro dell'energia, l'inflazione e il conseguenteaumento
del costo della vita saranno fattori che inevitabilmente influenzeranno l'andamento dell'anno scolastico. In Inghilterra si pensa a ridurre i pasti alle mense e ricorrere alla Dad, mentre negli ultimi giorni in Italia si è molto discusso di settimana corta.
La situazione inglese: porzioni più piccole nelle mense e ricorso alla Dad
Dal Regno Unito giungono notizie che fanno capire quanto la crisi energetica rischi di condizionare anche gli istituti scolastici. Le aziende della ristorazione che garantiscono il servizio mensa alle scuole hanno infatti comunicato che c'è la seria possibilità che gli studenti ricevano porzioni più piccole per il pranzo e possibilmente anche di qualità inferiore.
Le stesse scuole si troveranno a dover compiere delle scelte: riscaldare le aule o i pasti? La domanda appare quasi grottesca, ma è segno di quanto la situazione sia critica e imponga sacrifici semplicemente impensabili fino a qualche mese fa.
La Scozia sta invece approntando un programma d'emergenza per contenere i costi, limitando l'utilizzo di elettricità e gas. Va infatti segnalato che in Scozia molte scuole sono vecchie e non ottimizzate dal punto dei consumi, favorendo la dispersione energetica. Una soluzione del genere potrebbe comunque evitare chiusure complete.
Un'altra possibilità che il Regno Unito sta valutando è quella del ritorno alla Dad, seppure in maniera parziale. Attività secondarie o laboratori non essenziali rischiano invece di subire riduzioni importanti.
Quest'ultimo aspetto porterebbe ad una conseguenza collaterale da non sottovalutare: le giornate scolastiche si accorcerebbero e diverse famiglie potrebbero trovarsi costrette a dover riorganizzare le proprie vite per accudire i propri figli.
Il Ministero dell'Istruzione sta dunque pensando a una serie di pacchetti di finanziamenti e aiuti economici per figure professionali quali educatori e baby sitter, così da sostenere le famiglie impossibilitate a seguire direttamente i figli in caso di cambiamento di orario scolastico.
In Italia si discute di settimana corta. L'opinione del ministro Bianchi
Di crisi energetica e settimana corta ha parlato anche ilMinistro dell'Istruzione italiano Patrizio Bianchi in occasione dell'inizio del nuovo anno scolastico. Secondo Bianchi infatti la settimana corta va valutata solo se considerata parte di un piano didattico e non energetico. Dello stesso avviso anche Cristina Costarelli, presidente Anp del Lazio.
Bianchi ha anche confermato che la settimana corta non è una misura attualmente presa in considerazione dal governo, anche se tutto potrebbe cambiare dopo le imminenti elezioni. Il sentimento comune è comunque quello di non chiedere alla scuola altri sacrifici a meno che non siano strettamente necessari.
Anche i sindacati non accolgono con particolare approvazione l'ipotesi della settimana corta. Snals Confsal definisce il provvedimento una "Questione malposta" e fa eco alle parole di Bianchi, ribadendo che cambiamenti orari devono essere valutati esclusivamente per motivi didattico-educativi.
Per il sindacato servono soluzioni più coraggiose e che non influiscano sulla continuità didattica: sarebbe paradossali per il sindacato infatti tornare a gravare sulle scuole dopo aver promesso la didattica in presenza anche in caso di positivi al Covid 19, proprio per evitare il più possibile tagli e cambiamenti.