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Approvata la bozza del Def in Consiglio dei Ministri: fra i vari provvedimenti presi dal Governo, spicca una costante diminuzione della spesa pubblica per la scuola nei prossimi anni. it-IT Editoriale 2022-04-07T16:32:41+02:00
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Diminuisce la spesa per la scuola nei prossimi anni: cosa prevede il Def approvato all'unanimità

Approvata la bozza del Def in Consiglio dei Ministri: fra i vari provvedimenti presi dal Governo, spicca una costante diminuzione della spesa pubblica per la scuola nei prossimi anni.

Redazione Universo Scuola
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Il Consiglio dei Ministri ha approvato all'unanimità la bozza del Def, il Documento di economia e finanza. Fra stime al ribasso per la crescita del PIL alle nuove misure relative alla guerra in Ucraina, colpisce il destino riservato alla spesa pubblica per la scuola.

Da quanto si legge nella bozza, infatti, la spesa dello stato nei confronti del sistema educativo è destinata a diminuire nei prossimi anni. Cerchiamo di fare il punto della situazione.

Spesa per la scuola destinata a calare: le previsioni del Def

Il dato che possiamo considerare di partenza è quello del 2020, anno in cui la spesa per l'istruzione ammontava al 4% della spesa totale. Secondo le informazioni contenute nella bozza del Def approvato il CDM, la spesa è destinata a diminuire:

  • al 3,5% della spesa totale nel 2025;
  • al 3,4-3,5% della spesa totale negli anni successivi.

Come si vede, e con buona pace dei continui annunci del Ministro dell'Istruzione Patrizio Bianchi, il trend è in discesa e potrebbe peggiorare a seguito del calo demografico e dell'invecchiamento della popolazione.

Questo passaggio è spiegato nella stessa bozza del Ministero dell'Economia:
"Da tempo le proiezioni ufficiali evidenziano una tendenza generalmente comune [...] ad un rapido invecchiamento della popolazione. Ciò comporta, in primo luogo, una riduzione significativa della popolazione attiva e un maggiore carico su di essa delle spese di natura sociale."A leggere le posizioni dell'Esecutivo, si tratta di conseguenze obbligate e dovute ai costi del sistema pensionistico, oltre a quelli dell'assistenza sanitaria. Altro fattore, che non ha mancato di generare polemiche, riguarda l'aumento delle spese militari che verranno portate al 2% del PIL. Si tratta di fondi che, a detta di molti, sarebbero meglio impiegati per potenziare la scuola pubblica.

Da questo punto di vista, colpisce però la diversa lettura delle necessità del Paese da parte del Governo, da un lato, e da parte di alcuni osservatori come Carlo Cottarelli, dall'altro.

Pubblica Istruzione trascurata da 15 anni: le parole di Cottarelli

Durante la presentazione a Firenze del suo libro, il direttore dell'Osservatorio sui conti pubblici Carlo Cottarelli si è espresso proprio sulla questione della scuola:
"La cosa fondamentale è dare priorità alla Pubblica Istruzione; anche alla Sanità, ma soprattutto alla Pubblica Istruzione"E ancora:
"La scuola è lo strumento che serve per dare una possibilità a tutti, ma la Pubblica Istruzione è stata trascurata dal 2007, è stata la forma di spesa pubblica tagliata di più."Come afferma Cottarelli, è dalla riforma Gelmini-Tremonti che la scuola vede un costante taglio della spesa pubblica. E questo avviene in modo indipendente dai dati sul calo demografico e sull'invecchiamento della popolazione, che semmai possono peggiorare il quadro o giustificarne gli esiti.

Il direttore dell'Osservatorio sui conti pubblici, quindi, torna a chiedere al Governo di dare la precedenza alla scuola in un'ottica di medio e lungo termine.

Ma è su questo punto che il Def smorza le speranze ottimistiche, abbassando di fatto la spesa pubblica nel settore dell'istruzione per i prossimi anni. Al netto di eventuali e futuri annunci.

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