Abbiamo recentemente affrontato il tema dell'obbligo di rotazione per i dirigenti scolastici. La prospettiva della rotazione triennale, conseguente all'applicazione della normativa anticorruzione ha infatti fatto molto discutere. Sull'argomento si è aperto un vero e proprio dibattito. Sono infatti diverse le soluzioni proposte. Ha detto la sua anche il ministro dell'Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara, che punta a garantire alle scuole la maggior continuità gestionale possibile.
La posizione dell'ANAC: rotazione triennale per ridurre il rischio corruzione
Secondo l'ANAC, l'Associazione Nazionale Anti Corruzione, il rischio di corruzione dei dirigenti scolatici renderebbe necessaria la rotazione entro un massimo di sei anni. Al termine di questo periodo il professionista va spostato in un'altra scuola nel raggio di 50 chilometri.
Una misura questa, senza però il riferimento dei 50 chilometri, già prevista in realtà dalla "Buona scuola". Secondo l'ANAC bisogna mettere in atto questa procedura alla luce delle importanti risorse economiche che una scuola, e quindi il suo dirigente, si trova a gestire specie per ciò che riguarda l'affidamento di contratti pubblici. La questione è oggi quantomai rilevante, dati gli ingenti fondi legati ai finanziamenti del Pnrr.
L'ANAC specifica che la rotazione non è una forma di sfiducia, né tantomeno una misura punitiva. Il provvedimento ha piuttosto un carattere preventivo, per scongiurare il pericolo anche di fronte ad un rischio minimale. Una maggiore permanenza nello stesso istituto, significa di contro aumentare il rischio che insorgano collusioni di fronte a pressioni esterne.
L'ANAC ha anche suggerito di adottare un sistema di pubblicazione delle sedi sottoposte a rotazione in modo da strutturarla "Verso l'alto", promuovendo la crescita professionale tramite accesso a fasce superiori per i dirigenti provenienti da quelle inferiori.
Valditara contrario alla rotazione dei dirigenti
Il ministro dell'Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara si è dichiarato contrario alla rotazione dei dirigenti. Secondo il ministro infatti sei anni sono pochi per parlare di continuità gestionale. Valditara non è comunque contrario alla rotazione dei dirigenti scolastici, ma la priorità deve essere l'efficienza amministrativa piuttosto che l'applicazione automatica di una norma. È inoltre importante che nel processo, vengano tenute in considerazione le specificità degli istituti e dei territori.
È in ogni caso fuor di dubbio che una qualche forma di rotazione garantisca la trasparenza dell'amministrazione, riducendo il rischio di corruzione. Un meccanismo già messo in atto nella pubblica amministrazione e che va declinato anche per la scuola, tenendo conto tuttavia delle unicità del mondo dell'istruzione. Ruotare i dirigenti evita inoltre la creazione di feudi e garantisce anche la possibilità di "Risalire la china" per quegli istituti soggetti a una gestione non virtuosa. Al contempo è anche giusto garantire la continuità alle scuole ben amministrate.
Il modello tedesco potrebbe essere un buon riferimento. Lì il preside viene eletto dal collegio docenti per 4 anni, con la possibilità di essere successivamente rieletto, ma per una sola volta. Un buon compromesso che potrebbe garantire il giusto equilibrio tra continuità e cambiamento.
