Sta facendo molto discutere la sospensione di una docente che ha recitato delle preghiere in classe con i suoi alunni. Una decisione quella della dirigenza scolastica presa in difesa della laicità dell'istituzione scolastica, ma che è parsa eccessiva alle forze politiche di maggioranza.
Per Lega e Fratelli D'Italia il provvedimento è assolutamente non commisurato a quanto fatto dalla docente. Entrambi i partiti si sono dunque pronunciati in difesa della professionalità dell'insegnante e richiedono un'indagine ministeriale.
Docente sospesa per un'Ave Maria e un Padre nostro: cosa si sa sul fatto
La sospensione della docente, avvenuta in una scuola sarda prima delle vacanze di Natale, è stata riportata solo di recente dal quotidiano locale Unione Sarda.
Secondo la ricostruzione, la maestra avrebbe recitato insieme ai suoi alunni il Padre Nostro e l'Ave Maria, facendo costruire loro anche un piccolo rosario di perline. L'accaduto avrebbe infastidito due madri, da cui sarebbe poi partita la segnalazione al dirigente scolastico.
Successivamente, durante un confronto tra preside, genitori e insegnante, quest'ultima si sarebbe scusata, giustificando il suo gesto ricordando che all'inizio dell'anno aveva chiesto il permesso alle famiglie di recitare delle preghiere insieme ai bambini, ricevendo il consenso dei genitori.
Sostiene inoltre la docente che essendo i bambini già coinvolti nelle lezioni di religione, non ha visto nulla di potenzialmente dannoso nel fargli recitare delle preghiere.
Il provvedimento disciplinare
A poco però sono servite scuse e giustificazioni. Il 2 marzo alla maestra è stata notificata la sospensione dal servizio per 20 giorni, con annessa riduzione dello stipendio. Il provvedimento disciplinare avrà effetto dal 27 marzo al 15 aprile.
Comprensibile la delusione della docente, che ha dichiarato:
"Per me è una gioia andare a scuola. Mi mancano i bambini. Credo che questa sia un'ingiustizia: in molti tra colleghi e genitori mi hanno chiamato e mi stanno sostenendo. Adesso penso solo a quando potrò riabbracciare i bimbi". Il dirigente dell'istituto non ha ancora rilasciato nessuna dichiarazione, nonostante appunto i genitori dei bambini si stiano schierando in difesa dell'insegnante. Manca dunque la possibilità di operare una ricostruzione più precisa dell'accadimento. Nel mentre però la maestra sta valutando il ricorso in tribunale.
Lega e Fdi contro la sospensione della docente
La sospensione della docente sarda ha attirato le attenzioni anche dei partiti politici di maggioranza. Rossano Sasso della Lega è incredulo di fronte alla decisione presa dal dirigente scolastico, al punto da richiedere un intervento del Ministro Valditara per verificare l'accaduto e ottenere maggiori informazioni.
Il capogruppo Lega in Commissione Cultura Scienza e Istruzione della Camera dei deputati ha quindi definito il provvedimento un'autentica follia, lesivo per la professionalità e i diritti di una lavoratrice.
Sulla stessa lunghezza d'onda il deputato di Fratelli D'Italia Francesco Mura che ha annunciato un'interrogazione urgente al ministro dell'Istruzione e del Merito. Secondo Mura infatti non c'è motivo di pensare che la recita di una preghiera possa essere un'esperienza in qualsiasi modo negativa per un bambino.
Quella del dirigente scolastico sarebbe dunque una vera e propria azione di censura, paragonabile al divieto di far studiare il pensiero e le opere di autori letterari o filosofi come D'Annunzio e Gramsci.
Per quanto l'Italia sia una paese laico, afferma Mura, non si può prescindere dalle sue radici cattoliche. La richiesta è dunque quella di inviare degli ispettori ministeriali presso la scuola dove è avvenuto il fatto e presso gli Uffici scolastici Regionali preposti, per verificare la veridicità dei fatti ed eventualmente rivedere i provvedimenti.
ANP contro il dirigente scolastico
Anche Cristina Costarelli dell'Associazione nazionale presidi Lazio si è pronunciata sull'accaduto. Da una parte Costarelli difende la laicità della scuola, ricordando come sarebbe opportuno che l'istituzione scolastica non porti gli alunni a professare nessuna religione. In questo senso la recita delle preghiere è un gesto inopportuno e non paragonabile allo studio critico della religione come fenomeno culturale.
Allo stesso tempo però il provvedimento lascia effettivamente delle perplessità. Secondo Costarelli infatti la sospensione non è proporzionale alla gravità dell'atto. Sarebbe bastata una semplice contestazione, mentre invece si è andato decisamente oltre.