Si parla ormai da diverso tempo della criticità relativa al numero di studenti per classe: al momento, in alcune regioni ci sono anche 30 ragazzi per aula, con un rapporto di 1 insegnante per ogni 12 alunni. Nonostante le proteste da parte di alcuni capo regionali, il ministro Patrizio Bianchi non sembra affatto preoccupato: i dati di alcune regioni non sono preoccupanti, è vero, ma in molte altre si rivelano estremamente precari.
I numeri
In prima linea ci sono Emilia Romagna, Sicilia, Puglia e Campania, che di classi pollaio ne sanno abbastanza. Nella regione presieduta da Stefano Bonaccini, ad esempio, c'è 1 insegnante per ogni 11,6 studenti a fronte della media nazionale di 10,8. Cosa significa? Che ogni classe è composta da almeno 25-30 studenti.
In teoria, questi numeri non sarebbero preoccupanti se gli spazi a disposizione fossero adeguati e commisurati; considerando che non lo sono, la situazione di sovraffollamento diventa inevitabile.
In Sicilia la media è di 1 docente per ogni 11,99 alunni, mentre in Puglia è di 1 insegnante per 10,8-11 studenti.
E in Campania la situazione non è molto diversa. Stando ai numeri,l'assessore all'istruzione Sebastiano Leo ha spiegato che si tratta di dati preoccupanti, se si tiene conto della dispersione scolastica che, per esempio, in Puglia ha un tasso più alto che in Emilia Romagna. E a tal proposito aggiunge:"Abbiamo messo in campo, in quest'ottica, un progetto straordinario di quaranta milioni di euro che dall'anno prossimo cercherà di contrastare il fenomeno dell'abbandono scolastico e della dispersione".
A sollevare qualche polemica è anche la Regione Lazio che, nonostante non abbia grossi problemi di sovraffollamento, appoggia in pieno la revisione del numero massimo di studenti per classe. Secondo l'assessore Claudio di Bernardino: "É vero che il buon insegnamento passa dalla competenza dei docenti ma è chiaro che anche le strutture e gli spazi devono essere adeguati per migliorare la qualità dell'istruzione dei nostri studenti".
La risposta del ministro Bianchi
Benché siano numerose le regioni che manifestino un forte disagio, il ministro dell'istruzione Patrizio Bianchi non appare minimamente turbato, anzi, ha ribadito ancora una volta il suo punto di vista: "Abbiamo sicuramente un problema di aule sovraffollate - ha dichiarato - ma abbiamo anche classi in cui c'è difficoltà ad attivare le prime. Su questi è necessario lavorare con una visione più ampia e lunga".
Secondo il ministro, infatti, il problema principale sta nell'attivazione di nuove classi perché mancherebbero i bambini. Sarebbe impossibile, a suo dire, formare una classe con soli 3 alunni, per dire.
Eppure, secondo i calcoli del Ministero, resi noti da Flc Cgil, gli studenti che studiano in classi sovraffollate sarebbero ben 254mila. Il problema interesserebbe principalmente le scuole superiori, con il 7% di classi pollaio, di Lombardia, Emilia Romagna e Campania.
Chissà se, prima o poi, il ministro Patrizio Bianchi vorrà rivedere la sua posizione e capire che il problema esiste e andrebbe affrontato.