Il tanto discusso Governo Draghi si avvia verso la fase conclusiva della sua legislatura: fra 10 mesi, infatti, verrà raggiunto il limite dei 5 anni. Senza ombra di dubbio si è trattato del mandato governativo più martoriato delle ultime decadi, con ben 3 governi differenti che si sono dati il cambio nel pieno dell'emergenza Covid-19. Come se non bastasse, l'ultimo periodo è stato contraddistinto da un altro evento a cui il mondo occidentale non era né pronto, né abituato: la guerra in Ucraina e il relativo impatto sull'economia.
Lo spettro delle elezioni anticipate aleggia sul governo, ma rimane un'opzione inverosimile o, quantomeno, inopportuna al momento dati gli obiettivi e le scadenze da rispettare entro la fine dell'anno.
Tra i tanti impegni, il Governo dovrà far provvedere a:
- varare la nuova Legge di Bilancio e procedere alla sua approvazione in Parlamento;
- attuare quanto previsto dal PNRR;
- trovare un accordo sul decreto Aiuti.
Intanto, mentre si cercano soluzioni a problemi impellenti, la maggioranza sembra sgretolarsi.
Da un lato abbiamo la scissione in seno al Movimento Cinque Stelle che ha portato alla nascita di Insieme per il Futuro, nuovo schieramento fondato dall'attuale Ministro degli Esteri Luigi Di Maio che ha portato con se diversi esponenti dei grillini tra cui l'ex Ministro dell'Istruzione Lucia Azzolina.
Questa mossa ha reso particolarmente precario l'equilibrio di Conte e del movimento stesso.
Passiamo poi al PD, che si riconferma ancora una volta diviso in due, con Dario Franceschini che sostiene che in caso di caduta del governo l'alleanza con i 5 Stelle non avrebbe un futuro, mentre il Segretario Enrico Letta pensa al voto anticipato nel caso in cui ci fosse un appoggio esterno al governo dei Grillini.
Non è migliore la situazione nel partito del Carroccio, la Lega, infatti, deve fare i conti con la perdita del consenso di Matteo Salvini, mentre dal fronte Fratelli di Italia la Meloni scalpita dopo un anno e mezzo passato all'opposizione.
Quali saranno le conseguenze sul mondo della scuola?
La crisi di Governo non giova affatto al mondo della scuola. Troppi, infatti, sono i nodi ancora da sciogliere in vista del ritorno in classe per l'anno 2022/2023.
Anche su questo fronte abbiamo un malcontento radicato nei sindacati, che minacciano ancora scioperi e proteste, in seguito all'approvazione della legge sul reclutamento degli insegnanti, il DL 36.
A gettare benzina sul fuoco del malcontento arriva la tematica del rinnovo contrattuale, il misero aumento di 50 euro, infatti, non è stato ben accolto ed è stato fonte di ulteriori polemiche.
Insomma, nonostante i possibili provvedimenti economici previsti dalla Legge di Bilancio, il clima di conflitto pre-elettorale potrebe far perdere di vista gli obiettivi principali per il mondo della scuola. Intanto, ricordiamo, il ritorno in classe si avvicina portando con sé ulteriori dubbi e problematiche da risolvere, prima tra tutte l'approvazione del nuovo protocollo di sicurezza e le disposizioni collaterali anti-covid.