Nella sua informativa in Senato sugli investimenti del PNRR, il Ministro Raffaele Fitto ha riconosciuto che alcuni degli obiettivi da realizzare entro giugno sono da rimodulare. Fra questi, il più discusso riguarda la costruzione degli asili nido e delle scuole dell'infanzia. Il progetto, per cui sono stati stanziati 4,6 miliardi di euro, è ora a rischio ed è possibile che si superi la scadenza del 30 giugno 2023.
Vediamo cos'è successo.
PNRR, asili nido e scuole dell'infanzia: la situazione attuale
Gli oltre quattro miliardi e mezzo stanziati dal PNRR per l'edilizia scolastica sono considerati fondamentali per l'attuazione del piano. Risulta infatti cronica la mancanza di posti in moltissimi comuni italiani, con l'unica alternativa costituita dagli asili privati. L'obiettivo è quello di costruire quasi 2 mila asili nido e più di 300 scuole dell'infanzia, in modo da garantire quasi 265 mila posti entro il 2025.
Al netto delle intenzioni, però, i rallentamenti iniziano quasi da subito. La data che i comuni devono rispettare per l'assegnazione dei lavori alle imprese è quella del 31 maggio, considerata ragionevole in vista della scadenza del 30 giugno per la quarta rata dei fondi. Non rispettare la data ultima finirebbe per complicare la realizzazione di gran parte dei progetti del governo per la scuola. E non sembra avere sortito un grandissimo effetto il tavolo istituito dal Ministro dell'Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara.
Le intenzioni di Fitto sono pertanto quelle di concordare una rimodulazione dei progetti riguardanti gli asili nido e le scuole dell'infanzia.
Comuni in ritardo e responsabilità del governo precedente: il Ministro Fitto sugli asili
Secondo il Ministro per gli affari europei, le politiche di coesione e il PNRR, molti comuni hanno accumulato ritardi su ritardi, che pregiudicano l'erogazione dei fondi europei. Queste le sue parole durante l'informativa al Senato:
"Il governo sta cercando di salvare gli asili, salvaguardarli nell'obiettivo finale perché ad oggi sono stati accumulati grossi ritardi. Ci sono comuni che riescono a raggiungere il target del 30 giugno e altri non ce la fanno. Noi stiamo trattando con la Commissione UE per salvare l'obiettivo"Ai rallentamenti che Fitto imputa ai comuni, si aggiungono quelli per cui l'attuale governo reputa responsabile il precedente esecutivo. Secondo il Ministro:
"Al momento dell'insediamento il governo ha trovato 25 obiettivi raggiunti. C'è stato poi un lavoro molto intenso e i 55 obiettivi sono stati raggiunti e inviati alla Commissione europea ed è iniziato un momento di confronto con quest'ultima"L'obiettivo sarebbe quello di arrivare a spostare la scadenza da giugno almeno a settembre. Ma sull'esito del confronto, che riguarda anche l'erogazione della terza tranche di fondi vista la scadenza del mese di proroga, dovremo attendere.
Nessun ritardo da parte dei comuni: le parole dell'ANCI e le critiche del PD al governo
Dato anche il contesto parlamentare, sull'informativa del Ministro Fitto si è scatenata la polemica da parte delle opposizioni. Secondo il capogruppo del PD al Senato Francesco Boccia, sarebbe grave perdere l'opportunità di costruire i nuovi asili nido e le nuove scuole dell'infanzia. E attacca:
"Viene giù la maschera da parte del governo. Non indicano le criticità, non credono nella funzione della sanità pubblica e a rischio ci sono anche gli asili nido. Insomma, la vita delle persone."Dal canto suo, invece, il presidente dell'ANCI Antonio Decaro prende atto della volontà del governo di confrontarsi con la Commissione europea. Nonostante ciò, l'Associazione Nazionale dei Comuni Italiani non ci sta a prendersi le responsabilità dei ritardi. Decaro aggiunge:
"Fin dal primo giorno l'ANCI ha segnalato le criticità che potevano mettere a rischio la realizzazione di questo importante piano. Non ci risulta ci sia un particolare allarme in merito alle scadenze"Appare certo, invece, che nel mare magnum delle polemiche politiche, a farne le spese sia come sempre la realizzazione dei progetti scolastici. Nella speranza che il confronto possa portare a risultati concreti e non, soltanto, ad accuse reciproche.