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Confermato il nuovo nome del Ministero dell'Istruzione. L'opposizione accusa la premier Meloni di classismo. Che ne è stato della tanto decantata inclusione? it-IT Editoriale 2022-12-15T16:49:21+01:00
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Il titolo Ministero dell'Istruzione e del Merito viene approvato in senato. M5s contro Meloni: "Scuola classista"

Confermato il nuovo nome del Ministero dell'Istruzione. L'opposizione accusa la premier Meloni di classismo. Che ne è stato della tanto decantata inclusione?

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È fatta: il Ministero dell'Istruzione è ora ufficialmente rinominato"Ministero dell'Istruzione e del Merito". Il Dl ministeri è infatti passato con 88 voti favorevoli, 62 contrari e 0 astenuti.

Confermata dunque la variazione pubblicata in Gazzetta Ufficiale n.264 l'11 novembre scorso, insieme a quella di altri ministeri. Un provvedimento simbolico chiaro, coerente agli intenti del governo Meloni e che ha suscitato la pronta reazione dell'opposizione.

Ministero dell'Istruzione e del Merito. Perché la modifica al nome non piace all'opposizione

L'opposizione aveva provato a fermare le modifiche ai nomi dei ministeri con diversi emendamenti, tutti respinti, sebbene alcuni siano stati trasformati in ordine del giorno. Azione-Italia Viva ha ad esempio ottenuto che il Governo discuta della possibilità di istituire due strutture di missione per combattere il dissesto idrogeologico e per coordinare gli interventi di edilizia scolastica.

Domenica Spinelli, senatrice di Fratelli D'Italia nonché relatrice del Dl Ministeri ha voluto puntualizzare che il cambio dei nomi di alcuni Ministeri è legato alla volontà di rispettare gli impegni presi da Giorgia Meloni con gli Italiani. Modifiche concettuali, che rinsaldano quindi la direzione intrapresa dal governo.

Ancora, Spinelli fa riferimento al "Patto di responsabilità", simbolicamente istituito tra governo e popolo italiano. In base a questo, l'esecutivo introdurrà tutta una serie di strategie e provvedimenti per garantire il raggiungimento degli obiettivi preposti.

Di tutt'altra opinione è Alessandra Maiorino, vicepresidente del gruppo M5s al Senato, che evidenzia come la destra si ostini a parlare di merito, ignorando del tutto la parola "Inclusione". Non una semplice mancanza formale, ma una scelta precisa, ideologica.

Secondo Maiorino, la destra infatti nella sua ossessione verso il merito e il successo dimentica il diritto di tutti gli studenti di avere pari opportunità di crescita e apprendimento. In altri termini, una scuola classista, pesantemente influenzata dalla disparità attualmente presente e per la quale non sembra sarà fatto nulla e dove l'inclusività viene dimenticata.

Della stessa opinione Vincenza Rando, senatrice del PD. Secondo lei infatti l'accostamento di merito e istruzione rischia di far passare l'idea che la scuola abbia la finalità principale di premiare i meritevoli.

Un concetto che non è in sé sbagliato, spiega la senatrice, ma che oscura quello che è il principale obiettivo della scuola, ovvero tirare fuori il meglio da ogni singolo studente. La scuola deve essere un diritto per tutti i giovani, e se trasformato in un sistema che prevede un premio, rischia di ampliare le disuguaglianze e il privilegio.

Va detto che più volte Valditara ha ribadito di voler valorizzare le abilità e le disposizioni di ogni singolo studente. Da questo punto di vista però l'ideologia della destra rischia di essere contraddittoria, ruotando intorno al concetto di merito e alla necessità di premiare coloro che sono più meritevoli secondo un qualche criterio stabilito a priori.

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