A meno di un mese dalla morte di Lorenzo Parelli, si è verificato un altro incidente durante uno stage in cui è morto un giovane studente di 16 anni.
Giuseppe Lenoci stava frequentando un corso di avviamento al lavoro, in parte in classe e in parte presso un'azienda termoidraulica. L'incidente a bordo di un mezzo aziendale e lo schianto contro un albero sono avvenuti in provincia di Ancona. Da una parte, ci sono le indagini ancora in corso che cercheranno di capire l'esatta dinamica degli eventi. Tuttavia, non solo di dinamiche si parla.
Al di là delle giuste parole di cordoglio per la famiglia del giovane studente, la morte di Giuseppe ha infiammato nuovamente il dibattito:
- sull'alternanza;
- sui PCTO;
- sulla sicurezza nei luoghi di lavoro, anche e soprattutto per gli studenti.
Serve sicurezza sul lavoro: le parole del Ministro Bianchi
Le prime parole a commento dell'incidente sono state quelle del direttore del Centro di Formazione frequentato dal giovane studente. Padre Sante Pessot ha ribadito che, nell'incidente, l'intera comunità scolastica ha perso un figlio, ma ha rimarcato che i ragazzi fanno esperienza con aziende nel rispetto delle norme nazionali e regionali.
Sulla vicenda è però intervenuto anche il Ministro dell'Istruzione che, non appena venuto a conoscenza dell'accaduto, ha lasciato un convegno al quale stava partecipando.
Nelle parole di Patrizio Bianchi:
"Esprimo il mio più profondo dolore e vicinanza alla famiglia. La sicurezza sul lavoro deve essere sempre garantita, a maggior ragione quando sono coinvolti dei ragazzi in formazione. Su questo abbiamo già avviato un confronto con il Ministro del Lavoro Orlando e messo a ragionare i nostri tecnici."
Il problema è sistemico e non bastano le parole: parlano i sindacati
Il problema di queste dichiarazioni è il vedere nel sistema dell'alternanza e degli studenti lavoratori una base da ampliare e, al massimo, mettere in sicurezza.
È questa la posizione di alcuni dei sindacati legati al mondo della scuola, e non solo. Per l'Unione Sindacale di Base, il problema risiede nel concetto stesso di alternanza scuola-lavoro e di scuola azienda. L'USB chiede quindi che vengano rivisti questi modelli di formazione professionale, soprattutto se rivolti a imprese che piegano la formazione alle esigenze proprie.
Il sindacato non risparmia neanche il Ministro Bianchi, la cui riforma degli istituti professionali latita e in cui la componente di formazione in laboratorio si è ridotta a favore del lavoro in azienda.
Posizione simile ha assunto Luca Cangemi, responsabile nazionale scuola del Partito Comunista Italiano, che dichiara:
"Basta lo ribadiamo adesso, basta ad un sistema assurdo si chiami stage, si chiami PCTO, si chiami alternanza scuola-lavoro che niente ha a che fare con la formazione (neanche quella professionale) e tutto ha a che fare con la speculazione e con l'assuefazione allo sfruttamento."Cangemi ha infine fatto appello a una mobilitazione che possa vedere unito il mondo del lavoro al mondo della scuola. Obiettivo: voltare pagina.
Non si può morire di lavoro a 16 anni: previsto un nuovo sciopero venerdì 18 febbraio
La questione, solo accennata da politica e sindacati, della sicurezza sui luoghi di lavoro viene affrontata in pieno dalle associazioni degli studenti.
Per l'Unione degli Studenti, il problema dell'alternanza scuola-lavoro si lega non soltanto allo sfruttamento degli studenti ma anche a quello delle morti sul lavoro. Nel 2021, queste ultime sono state oltre 1100, una strage definita "bianca" di cui però si parla soltanto quando conviene politicamente.
Sulla stessa linea la Rete degli Studenti, secondo cui
"non è possibile morire di lavoro a 16 anni, questo evidentemente ci deve far interrogare profondamente non solo sul rapporto fra scuola e lavoro, ma anche su quanto ci sia urgenza in questo paese di risolvere il problema della sicurezza sul lavoro."
Per questa ragione, è stata indetta una nuova mobilitazione per venerdì 18 febbraio. Dopo quelle già avvenute il 28 gennaio e il 4 febbraio, quindi gli studenti torneranno in piazza contro l'alternanza scuola-lavoro e in generale il modello di scuola pensato dalla politica.
E il sostegno arriva non solo dalle associazioni studentesche, ma anche da alcuni partiti come Sinistra Italiana. Il segretario Nicola Fratoianni infatti si augura che il Ministero finalmente cominci ad ascoltare gli studenti che si mobilitano, così da tornare a investire sulla scuola.
Le pressioni ormai arrivano da più parti: non solo gli scioperi e le dichiarazioni di sindacati e politici, ma anche le lettere degli studenti indirizzate direttamente al Ministro Bianchi.
Nella speranza che gli scioperi studenteschi possano davvero contribuire a far aprire gli occhi su un'idea di scuola che non è più sostenibile.