È successo a Bologna lo scorso 6 ottobre il caso della studentessa dissidente all'obbligo del lasciapassare sanitario costituito da Certificazione verde invitata ad uscire dall'aula in cui si svolgevano regolarmente le lezioni. Silvia - di cui per ragioni di privacy ometteremo il nome per esteso - ha destato subito un gran clamore nonché caos tra i docenti e gli studenti.
L'accaduto
Lo scorso 6 ottobre Silvia, studentessa della facoltà di Filosofia dell'Università di Bologna, si è presentata nell'aula dove si tenevano regolarmente le lezioni dei corsi, sprovvista di Green pass, così come ormai esplicitamente richiesto dalla legge. Invitata ad uscire, avrebbe replicato negativamente - secondo quanto lei stessa ha riportato successivamente tramite social e pubblicamente al microfono nel cortile Guido Fanti a Bologna - causando così l'inevitabile blocco della lezione. A parere della studentessa, l'esercizio di un suo diritto - quello di astenersi dall'obbligo del possesso di Certificazione verde - avrebbe suscitato nei suoi compagni una reazione al «limite del decoro» dal momento che - a suo dire - l'avrebbero ricoperta di pesanti insulti e nefandezze.
A rispondere per le rime, però, vi è Luisa Lugli, docente di psicologia cognitiva coinvolta nell'accaduto, la quale ha replicato per mezzo di stampa ribadendo i fatti . A suo dire non vi sarebbe stata alcuna aggressione - come invece riporta la studentessa - ma soltanto una mera divergenza di idee.
Dopo che le era stato comunicato - per mezzo del personale - la presenza di uno studente sprovvisto di Green pass, infatti, così come ad oggi prevede l'ordinanza ministeriale, e dopo essersi consultata col dirigente in merito al da farsi - avrebbe invitato la ragazza ad accomodarsi fuori dall'aula. Davanti al suo esplicito diniego - e con l'obbligo di adempiere al protocollo d'ateneo che impone al docente di richiamare un retto comportamento da parte di tutti per la tutela generale - la professoressa sarebbe stata costretta a sospendere il proseguo della lezione.