Guido Rasi, consigliere del generale Figliuolo, ha espresso la sua opinione in merito alla possibilità di estendere l'obbligo vaccinale anche agli insegnanti.
Il coinvolgimento degli insegnanti ricade nella più ampia proposta di vaccinare tutti i lavoratori esposti al pubblico, al fine di ridurre al minimo la circolazione del Corona virus.
Vaccino per gli insegnanti obbligatorio. Da cosa dipende
La proposta di Rasi si basa dunque sull'idea che i lavoratori con ripetute interazioni con il pubblico dovrebbero essere vaccinati. Non fanno eccezione i docenti che interagiscono quotidianamente con decine di studenti, colleghi e famiglie.
Bisogna comunque tuttavia tenere conto dei numeri e programmare l'intervento vaccinale, senza procedere di volta in volta in risposta ai contagi della settimana.
Il ruolo del medico di famiglia
Non è da escludere che l'eventuale decisione possa generare discussioni e resistenze. Per questo sarà decisivo il ruolo dei medici di famiglia, che dovranno non solo monitorare la situazione sanitaria dei propri pazienti, ma anche promuovere una corretta informazione medica.
Se tra gli assistiti di un determinato medico di famiglia si dovesse notare un'alta percentuale di non vaccinati, bisognerebbe intervenire per verificare che il medico stia effettivamente svolgendo la sua attività in maniera corretta.
Terza dose. È necessario farla?
Rasi discute anche la possibilità di richiamare coloro i quali hanno già ricevuto due dosi di vaccino per un'eventuale terza dose. Bisogna innanzitutto considerare i dati riguardanti il decadimento della protezione dal virus dopo 6 mesi.
Dando per assodato che le conseguenze gravi del Covid (malattia grave, ricovero, morte) sono state decisamente smorzate dal vaccino, si è infatti riscontrato come dopo 6 mesi si è più esposti al contagio, favorendo dunque la circolazione del virus.
La terza dose è quindi opportuna specialmente per gli anziani, per i quali il suddetto decadimento è stato appurato dagli studi condotti su un ampio campione di soggetti.
Ancora in dubbio invece l'opportunità di proporre la terza dose del vaccino ai giovani. Non ci sono ancora infatti abbastanza dati disponibili, sia perché le varie fasce d'età potrebbero reagire diversamente, sia perché statisticamente i giovani si sono vaccinati successivamente rispetto agli anziani.
Bisognerà dunque attendere ancora un po' per avere più certezze. Nel caso in cui si rendesse auspicabile anche per i più giovani la necessità di una terza dose, si comincerebbe a somministrarla verosimilmente con l'inizio dell'anno nuovo.