L'argomento "pensioni" (scuola e non) è molto scottante per il nuovo Governo Meloni, che deve far fronte a diverse richieste e necessità. A poche settimane dalla sua elezione,il Premier ha già un piano che, a quanto pare, prevede il via libera alla pensione con 41 anni di contributi e almeno 62 anni di età. In poche parole, quota 103.
Si prospetta, quindi, lo stanziamento di circa 700 milioni da distribuire a un totale di 45-50mila persone; la cifra, poi, dovrebbe raddoppiare nel 2021 raggiungendo 1,4 miliardi, ma bisognerà attendere la nuova Legge di Bilancio per avere tutti i dettagli. Tra le altre cose, a contribuire all'incremento delle pensioni dovrebbe rientrare anche la revisione (sicuramente drastica) del reddito di cittadinanza.
Pensioni scuola: Ape sociale e opzione donna
Nel 2013 rimarrà in vigore il canale opzione donna per il personale scolastico che, quest'anno, ha consesso il pensionamento a tutte le lavoratici con 58 anni di età e 35 anni di contributi. Cosa comporterà questa manovra per la scuola? Se si concederà alle donne impiegate una finestra di 6 mesi, ci sarebbe un anticipo ridotto rispetto alle regole vigenti, a prescindere dall'età, cioè 41 anni e 10 mesi oltre ai 3 mesi di finestra mobile.
In pratica, la finestra mobile non inciderà in alcun modo sulle donne della scuola, dato che si va in pensione una volta l'anno (a partire dal 1° settembre) e per docenti, dirigenti scolastici e personale Ata non esisterebbe alcun vantaggio.
Anche l'Ape sociale, poi, avrà ripercussioni sulla scuola: anche nel 2023, infatti, alcune categorie della scuola (ad esempio, chi svolge ruoli usuranti) potranno usufruirne e andare in pensione a 63 anni di età e 30 anni di contributi.
Uscita ordinaria
Rimane invariata l'opzione dell'uscita ordinaria, cioè quella che consente di andare in pensione raggiungi i 42 anni e 10 mesi di anzianità contributiva (41 anni e 10 mesi per le donne) a prescindere dall'età anagrafica.
Gli interessati sul fronte anagrafico
Se dovesse entrare in vigore la norma che fisserà l'età minima di pensionamento a 62 anni, saranno interessati:
- i nati nel 1960 e nel 1961, quindi i 62enni e i 63enni, dato che i più anziani sono già andati in pensione con quota 100.
I più giovani, invece, rimarranno bloccati: chi, nel 2023, compirà 64 anni e raggiungerà 41 anni di contributi, infatti, aveva già 62 di età e 39 di contributi nel 2021 e aveva quindi i requisiti per Quota 100.