La morte di Lorenzo Parelli, uno studente diciottenne di Udine, nel suo ultimo giorno di alternanza scuola-lavoro, ha scatenato diverse reazioni. Al netto delle polemiche tra politica, scuola e società, una delle più concrete è stata lo sciopero degli studenti di venerdì 28 gennaio.
Gli studenti hanno protestato in tutta Italia contro la morte del loro compagno, è vero. Allo stesso tempo, però, la mobilitazione ha voluto generare una discussione seria sulla questione dell'alternanza scuola-lavoro e dei PCTO e sulla sicurezza nei luoghi di lavoro.
Il tema principale è però stato oscurato negli ultimi giorni dalla risposta delle forze dell'ordine in alcuni dei cortei organizzati a Torino, Milano e Roma. Gli scontri in piazza sono presto sfociati nel cosiddetto "contenimento" da parte della polizia e nelle manganellate agli studenti.
Non si sono fatte attendere le reazioni sia della politica che delle associazioni studentesche. Vediamo qual è la situazione.
Vicenda abbastanza grave, servono risposte: le parole di Enrico Letta
Il primo a intervenire sulla vicenda è il segretario del Partito Democratico Enrico Letta. In seguito alle varie dichiarazioni che avevano come oggetto l'elezione del Presidente della Repubblica, a Mezz'ora in più su Rai Tre ha commentato le cariche della polizia sugli studenti:
"Sulla questione di ordine pubblico chiediamo che siano date risposte: è una vicenda abbastanza grave."Il segretario del PD non parla a qualcuno in particolare, ma si sta palesemente riferendo a Luciana Lamorgese, Ministra dell'Interno. Che la richiesta di chiarezza arrivi poi direttamente dalla maggioranza di Governo, è comunque un segnale da non ignorare.
Ma anche dalle opposizioni, per quanto di sinistra, arrivano delle critiche. Nelle parole del segretario di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni:
"Lo Stato la smetta di manganellare gli studenti. Domani depositeremo un'interrogazione parlamentare al governo, così magari la titolare del Viminale si ricorderà di dover dare spiegazioni e scuse a tanti studenti, alle loro famiglie e più in generale ai cittadini."
Gli studenti non ci stanno: previste nuove manifestazioni il 4 febbraio
Dopo gli scioperi nelle principali città italiane e gli scontri con la polizia, intervengono nel dibattito anche alcune associazioni degli studenti. A parlare sono i movimenti di Torino, Milano e Roma, cioè le tre città dove ci sono stati peggiori episodi di violenza ai danni dei ragazzi.
Da Torino, gli studenti definiscono "gravissimo" quello che è successo e l'aver di fatto impedito di protestare per la morte di Lorenzo Parelli. Per questo annunciano un'ulteriore mobilitazione venerdì 4 febbraio 2022.
A fotografare con chiarezza la situazione è il collettivo di Milano, che dichiara:
"Nel silenzio della politica, protestiamo di fronte a un fatto così grave. Diciamo che siamo tutt* Lorenzo e che la scuola va cambiata, a partire dal fermare l'alternanza scuola-lavoro. E per tutta risposta ci hanno caricato, ovunque, a Milano a Roma a Napoli a Torino."Hanno annunciato la partecipazione alla mobilitazione del prossimo venerdì anche i movimenti studenteschi di Roma, fra cui "La Lupa". Uno degli studenti che aderiscono al gruppo, Ismaele Calaciura Errante, ha sporto denuncia per le ferite riportate.
Perché ripensare l'alternanza scuola-lavoro
Si tratta di una battaglia che già viene combattuta sia dagli studenti che da associazioni sindacali o soggetti politici. La questione che riguarda ASL e PCTO, infatti, spinge sul fatto che l'alternanza scuola-lavoro non penalizza soltanto gli studenti ma anche:
- i docenti, che si vedono spesso ridurre il monte ore;
- i dirigenti scolastici, che devono trovare aziende partner idonee alla collaborazione;
- la didattica in generale, con l'assunto che la scuola deve preparare esclusivamente al lavoro.
Se a ciò si aggiungono la mancanza di sicurezza nei luoghi di lavoro, con conseguenze come la morte di Lorenzo Parelli, e l'idea secondo cui gli studenti siano lavoratori gratuiti, allora è necessario un ripensamento profondo dell'alternanza scuola-lavoro.
Sarà compito del Governo e, in particolare, del Ministero dell'Istruzione dare seguito alle richieste di gran parte del mondo scolastico.