Titoli di coda sul governo Draghi e mesi turbolenti in vista per la politica italiana ma non solo: con il nuovo anno scolastico in procinto di iniziare, le scuole di tutta Italia si troveranno a dover fare i conti con le assenze di tanti docenti. È infatti previsto un vero e proprio record di supplenze, figlio però di una gestione discutibile delle assegnazioni dei posti vacanti dalle varie graduatorie che si sono andate sovrapponendo negli anni.
Mancano i docenti. Si va verso il record di supplenze
Secondo i dati dell'ormai ex Ministero dell'Economia e delle Finanze, sono più di 94.130 le cattedre a disposizione dei nuovi docenti che attendono, anche da anni, di essere immessi in ruolo. Di fatto però le previsioni sono meno rosee del previsto. Pare infatti che non ci siano abbastanza insegnanti per coprire tutti i posti disponibili e che per risolvere il problema si ricorrerà, ancora una volta, ad assunzione di supplenti a contratto a tempo determinato.
Una situazione confusa, a tratti cervellotica, che nasce conseguentemente ai tanti concorsi tenuti tra il 2020 e il 2022 - con l'ordinario ancora in svolgimento in queste settimane - che hanno avuto come esito diverse graduatorie.
Le immissioni in ruolo potranno infatti teoricamente avvenire dalle graduatorie dedicate ai vincitori del concorso straordinario, dell'ordinario e dello straordinario bis. In più sono da svuotare le GAE, che contengono ancora migliaia di precari al loro interno.
Nonostante ciò, si prevede l'impiego di circa 50.000 supplenti. Secondo Pino Turi, segretario generale di Uil Scuola, questa soluzione è il segno di una gestione fallimentare del farraginoso sistema di reclutamento.
Le previsioni di Turi sono ancora meno ottimistiche, in quanto secondo lui si arriverà al massimo al 50% delle assunzioni, per via della sovrapposizione delle graduatorie e di una distribuzione percentuale dei posti che, oltre a creare una gran confusione, va a congelare posti che verranno appunto coperti da supplenze, continuando a lasciare migliaia di docenti in una posizione precaria.
Secondo il regolamento UE in ogni caso, le procedure di assunzione dovranno rispettare il decreto legge 36 successivamente convertito in legge 79/2022 che impone una percentuale di assunzioni tramite le nuove procedure ordinarie.
Crisi di governo e scuola. Cosa resta da fare al Ministro Bianchi
Praticamente nulle le possibilità di manovra del Ministero dell'Istruzione. Certo, le immissioni in ruolo, insieme alle questioni relative alla sicurezza e ai provvedimenti per attuare le riforme legate al Pnrr sono ancora questioni urgenti, ma il grosso del lavoro ricadrà sulle spalle del futuro Ministro dell'Istruzione.
Rimangono dunque in ballo le riforme del reclutamento e formazione docenti - da rendere attuativa e per la quale si attende un Dpcm entro fine luglio - , dell'orientamento, degli istituti tecnici professionali e degli ITS.
Il legame tra queste riforme e il PNRR rende probabile la prosecuzione delle stesse anche con il nuovo governo, ma di fatto è impossibile in questo momento prevedere esattamente il futuro ed eventuali modifiche, nonché il rispetto delle scadenze di dicembre.
Cosa sono gli "Affari correnti"?
Tecnicamente il governo tutto, e quindi anche il Ministero dell'Istruzione, può occuparsi solo degli "Affari correnti". Cosa include questa definizione?
Il governo potrà in sostanza affrontare situazioni emergenziali, oltre che:
- Emanare decreti legge come conseguenza di necessità o urgenze;
- Esaminare disegni di conversione, di legge di ratifica dei trattati;
- Esaminare i ddl di delegazione europea e di atti dovuti della legge europea derivanti quindi da obblighi internazionali o di appartenenza all'Unione Europea.
Non potrà invece proseguire all'adozione di nuovi regolamenti ministeriali o governativi a meno che non siano legati all'attuazione di leggi o al rispetto di obblighi internazionali.
Le immissioni in ruolo rientrano dunque tra gli affari correnti? Tecnicamente sì, come anche le questioni scolastiche legate al Pnrr, ma viste le previsioni, è impossibile pensare a soluzioni diverse da quelle fin qui prospettate.