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Ore convulse per quanto riguarda il ritorno a scuola in presenza in Sicilia. I sindaci si oppongono alla decisione della Regione e invocano la dad. it-IT Editoriale 2022-01-13T15:20:02+01:00
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Rientro a scuola 2022. Caos totale in Sicilia, i sindaci sospendono la didattica in presenza.

Ore convulse per quanto riguarda il ritorno a scuola in presenza in Sicilia. I sindaci si oppongono alla decisione della Regione e invocano la dad.

Redazione Universo Scuola
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L'impennata dei contagi avvenuta durante il periodo festivo ha messo a dura prova, e continua a farlo, il sistema scolastico italiano, specialmente con la questione del ritorno alla didattica in presenza nel 2022.

Sono state infatti numerose le tensioni tra le regioni e il governo, in virtù di posizioni diametralmente opposte sulla possibilità di tornare a scuola in sicurezza, con rinvii e un diffuso appello alla didattica a distanza, quantomeno per un breve periodo.

Rientro a scuola in Sicilia, è caos. Sindaci contro il presidente Musumeci

Quanto detto vale soprattutto in Sicilia. Le ultime ore nell'isola sono state infatti particolarmente convulse e caotiche, con migliaia di docenti, studenti e lavoratori della scuola tenuti in attesa di notizie certe per un giorno intero.

Ieri 12 gennaio 2022 si esaurivano infatti gli effetti del decreto del 10 gennaio. Di conseguenza il presidente Musumeci, dopo il relativo confronto con la task-force sanitaria, aveva ufficialmente dato il via libera al ritorno tra i banchi.

Una decisione basata sui dati riguardanti le vaccinazioni, con oltre 4mila bambini tra i 5 e gli 11 anni e oltre 8mila ragazzi tra i 12 e i 19 anni ad essersi vaccinati tra il 3 e il 9 gennaio 2022.

Musumeci ha inoltre promesso di migliorare l'accesso agli hub vaccinali per gli operatori scolastici, così da incrementare rapidamente il tasso di vaccinazione, oltre a continuare ad eseguire un attento monitoraggio dell'emergenza.

Forte la reazione dei sindaci subito dopo la decisione di Musumeci, basata sul fatto che quasi 50 comuni siciliani sono già in zona arancione: un ritorno a scuola in presenza rischierebbe dunque di aggravare una situazione già delicata.

È dopotutto la stessa circolare regionale a conferire potere decisionale ai sindaci e ad autorizzarli a richiedere la didattica a distanza in presenza di focolai a condizione però che:

  • La scuola risieda in un territorio in zona arancione o rossa;
  • L'ASP sia concorde con il provvedimento sulla base dell'aumento dei contagi.

La situazione dei rientri dopo la decisione dei sindaci

Tutto perfettamente lecito dunque, ma caos dal punto di vista della comunicazione. Dopo una confusa riunione dell'ANCI Sicilia si sono infatti susseguiti comunicati e dichiarazioni dei sindaci su social e siti ufficiali.

Ecco allora che a genitori, studenti e lavoratori si presenta una situazione quantomai disomogenea, anche all'interno della stessa provincia. A Trapani ad esempio chiudono le scuole del capoluogo, ma rimangono aperte quelle all'interno di 22 comuni sul territorio provinciale.

Un inseguirsi dunque di disposizioni che ha generato un'estrema confusione, con genitori che fino all'ultimo non sapevano se avrebbero dovuto mandare i figli a scuola.

Proprio un gruppo di genitori ha inoltre deciso di impugnare di fronte all'autorità giudiziaria le disposizioni di chiusura delle scuole, ritenendole illecite e lesive, dato che la legge prevede appunto che la decisione si autorizzata dall'ASP e non condotta in autonomia dai sindaci.

La situazione è in continua evoluzione e soggetta a imprevisti e ulteriori sconvolgimenti. Quello che al momento si sa è che Catania dovrebbe rimanere in dad fino al 15 gennaio, Messina fino al 23 gennaio e Siracusa fino al 19 gennaio.

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