A causa delle modifiche apportate alla legge di bilancio in sede di esame parlamentare, l'adeguamento delle pensioni italiane all'inflazione maturata del 2022, è stato diviso in due fasi, dando vita ad un processo che si concluderà a marzo 2023.
Il primo incremento del 7,3% ha riguardato le pensioni con un importo lordo fino a 2.101,52 euro mensili, ovvero il quadruplo del trattamento minimo fissato per 525,38 euro, tasso provvisorio stabilito già a novembre 2022.
Nel caso di assegni con cifre superiori a quella indicata la rivalutazione, attualmente incompleta, sarà determinata da percentuali decrescenti, ciò comporta il bisogno di effettuare un ricalcolo di tutti i conteggi.
A marzo, dunque, anche coloro che percepiscono pensioni più elevate, percepiranno degli aumenti insieme alle cifre arretrate relative ai mesi di Gennaio e Febbraio.
Anche se, specifichiamo, l'aumento netto non corrisponderà all'aumento lordo per via della natura progressiva dell'imposizione fiscale, questo processo di rivalutazione delle pensioni ha permesso allo Stato di limitare l'esborso per compensare l'alto tasso di inflazione, risparmiando più di 2 miliardi nel 2023 e circa 10 miliardi nel triennio.
Il pagamento avverrà in due date differenti:
- giorno 1 marzo per i pagamenti presso Poste Italiane;
- giorno 3 marzo per gli altri istituti di credito.
Poste Italiane sarà il responsabile della gestione delle pensioni e coloro che ricevono il pagamento tramite conto corrente postale o libretto di deposito di Poste dovrebbero ricevere la pensione in modo puntuale. Tuttavia, se il pagamento della pensione è inferiore a 999 euro, i pensionati hanno sempre la possibilità di ritirare l'importo in contanti.
Specifichiamo che, da questo processo di adeguamento, sono escluse determinate tipologie di prestazioni, ovvero:
- le pensioni a carico delle assicurazioni facoltative;
- le pensioni a carico del Fondo clero ed ex ENPAO;
- l'indennizzo per la cessazione dell'attività commerciale;
- le prestazioni di carattere assistenziale;
- le pensioni che beneficiano dei diritti riservati alle vittime di atti di terrorismo e stragi.
Inoltre, le prestazioni di accompagnamento alla pensione come l'Ape sociale non sono soggette a rivalutazione per l'intera durata.