È stato proclamato per oggi 6 maggio 2022 uno sciopero generale della scuola per il personale docente, educativo e ATA di ogni ordine e grado. I sindacati promotori sono USB Scuola, Cobas, Unicobas, ANIEF, CUB e SAESE, che vogliono così manifestare la contrarietà alla riforma del reclutamento docenti, ma non solo.
Riduzione degli insegnanti e iter più impegnativo: il perché dello sciopero generale
Lo sciopero del 6 maggio, che prevede anche una manifestazione nazionale davanti la sede del Ministero dell'Istruzione, fa soprattutto leva sul DL n. 36/2022.
La riforma del reclutamento docenti, secondo i sindacati coinvolti, minaccia di togliere finanziamenti a una scuola pubblica che finora ha subito tagli da parte dell'amministrazione. In particolare, si rischia:
- una riduzione dell'importo della carta docente per gli insegnanti di ruolo;
- la cancellazione di quasi 10 mila cattedre nei prossimi anni;
- l'introduzione di un iter più impegnativo, che prevede l'acquisizione di ulteriori CFU per accedere ad abilitazione, concorsi e immissione in ruolo.
Come abbiamo visto negli approfondimenti dei giorni scorsi, la questione del reclutamento docenti è lungi dall'essere conclusa. Le polemiche, e adesso lo sciopero generale, hanno accompagnato tutti i passaggi della riforma, dalla bozza all'approvazione del decreto in CdM.
Adesso, con la discussione in Parlamento e la possibile fiducia posta sul provvedimento, di certo siamo lontani da una risoluzione che vada bene a tutti i soggetti coinvolti.
Sciopero generale del 6 maggio 2022: le posizioni dei sindacati
Oltre alla riforma del reclutamento docenti, USB Scuola chiede anche di abolire il PCTO e gli stage e di ridurre gli alunni per classe a massimo 20, al contrario di quanto avviene al momento. Per l'Unione Sindacale di Base, i fondi del PNRR non vanno utilizzati per la digitalizzazione selvaggia ma per colmare alcune delle lacune della scuola, come anche
"assumere i docenti con 3 anni di servizio e gli ATA con 2, investire in modo significativo nell'edilizia scolastica, per l'80% non a norma e per il 50% priva persino dell'agibilità."
Si tratta di critiche che i sindacati fanno al Governo ormai da diverso tempo. Il tema del sovraffollamento scolastico è affrontato anche da Marcello Pacifico di ANIEF, che lo lega alla decisione di tagliare migliaia di posti in seguito alla decrescita del numero delle iscrizioni.
Calano le iscrizioni, dice il presidente ANIEF, solo che
"piuttosto che cancellare le classi, bisognava andare a investire e sdoppiare quelle numerose a partire dalle classi-pollaio di cui tutti si indignano ma rimangono sempre al loro posto."
Un'ennesima occasione persa, quella del Ministero, che si aggiunge alla questione del rinnovo contrattuale. Il contratto scuola è scaduto da ormai 40 mesi e a parte l'atto di indirizzo non ci sono ancora novità in merito.
Riforma reclutamento docenti: un altro sciopero il 1° giugno?
Lo sciopero di oggi non è certo l'unico previsto per questa fine dell'anno scolastico. In seguito al loro comunicato congiunto, FLC CGIL, CISL Scuola, UIL Scuola, SNALS e Gilda degli Insegnanti hanno indetto una mobilitazione generale.
Sebbene si parli della possibilità di uno sciopero il 1° giugno, ancora non ci sono date certe. Si attende l'incontro con l'amministrazione che avverrà lunedì 9 maggio, per capire se le richieste dei sindacati possano essere accolte o almeno se ci sono margini di confronto con il Ministero.
Nelle parole del Segretario FLC CGIL Francesco Sinopoli:
"Sia il metodo che i contenuti di questa riforma pongono una grande questione democratica, per questo non staremo a guardare e chiederemo a tutte e tutti di mobilitarsi fino allo sciopero, certo."