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Settimana corta a scuola o taglio delle ore di riscaldamento? Le valutazioni che si stanno affrontando in queste ore e il diniego dell'Unione delle Province italiane. it-IT Editoriale 2022-03-11T12:54:57+01:00
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Scuole italiane al freddo: non solo metodi d'aerazione da Covid ma anche gas alle stelle per la guerra in Ucraina

Settimana corta a scuola o taglio delle ore di riscaldamento? Le valutazioni che si stanno affrontando in queste ore e il diniego dell'Unione delle Province italiane.

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Le temperature rigide dell'inverno continuano a farsi sentire, ma docenti e studenti si trovano comunque costretti ad arieggiare, di tanto in tanto, le aule al fine di consentire il riciclo d'aria, soprattutto in rispetto alle ragioni sanitarie legate all'emergenza Covid. Come se non bastasse, a causa dell'invasione delle truppe russe nei territori ucraini, il costo del gasolio ha raggiunto - o anche superato in certuni casi - quello della benzina, con tangibili ripercussioni anche sui servizi pubblici italiani. Tra questi ultimi, vi è senz'altro quello scolastico, per il quale si sta paventando sempre più l'idea di convincere gli enti locali a contingentare le ore destinate al riscaldamento.

L'idea è quantomai concreta, a tal punto che l'Unione delle Province italiane ha diramato un comunicato nel quale espone le proprie argomentazioni tese a dimostrare il proprio impegno a far tutto quanto è necessario per evitare di non tagliare quella fascia di servizi pubblici che gestisce direttamente.

LE ARGOMENTAZIONI DELL'UPI

L'UPI - l'Unione delle Province italiane - fa sapere di non appoggiare affatto l'idea di limitare, sia pur temporalmente, i servizi. Più in generale, essa si muove contro qualsiasi forma di limitazione o contingentamento dei servizi erogati dalle scuole, sostenendo piuttosto "l'introduzione obbligatoria della settimana corta (lezioni fino al venerdì)" invece del taglio al riscaldamento nel corso della giornata.

Occorre "scongiurare l'introduzione di misure, seppur temporali, di limitazioni dei servizi, a partire dal blocco della fruizione dei plessi scolastici, delle palestre e delle piscine da parte dalle società sportive". Ciò infatti, a parere dell'UPI, avrebbe gravi conseguenze sui cittadini in generale ma, più di tutti, sugli studenti poiché in un momento di ripresa, a seguito di due anni di lezioni altalenanti, andrebbe a gravare ulteriormente sul sereno processo di apprendimento già da lungo tempo compromesso.

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