Prende il via la prima manifestazione di sciopero nazionale afferente il mondo scuola avviata dalle spinte sindacali del Cobas - Confederazione dei Comitati di Base - e sancite da nota ministeriale (Nota Mi), previsto per l'intera giornata di lunedì 11 ottobre 2021.
Chi coinvolgerà
Ottobre è da sempre uno dei mesi più turbolenti in tema scioperi ed anche questo appena avviato sembra già assegnarsi allo stesso destino. Un destino vasto perché lo sciopero, oltre che a interessare principalmente il mondo scuola, coinvolgerà anche altri settori come quello afferente la viabilità e il settore trasporti e logistica. Un maxi-sciopero generale, dunque, perché a incrociare le braccia potranno essere tutti i lavoratori dipendenti dei settori pubblici e privati.
Le motivazioni del mondo scuola
È così che, a poche settimane dalla riapertura ufficiale delle scuole dopo 18 mesi di DAD e a distanza di pochi giorni dalle elezioni sindacali tenutesi nei 1.162 comuni coinvolti, le porte di tutte le scuole torneranno nuovamente a chiudersi. Le motivazioni che sottostanno tale scelta sono molteplici: in particolare, il personale scolastico tutto si mobiliterà per richiedere la riduzione del numero degli alunni in classe, il rinnovo del CCNL, esprimere il proprio dissenso nei confronti dell'obbligo del Green Pass e verso il tentativo di rendere strutturale la DAD.
La classe docente, specialmente, dice un secco «No!» alle cosiddette "classi pollaio" dichiarandone l'insostenibilità nella persistente condizione di emergenza sanitaria. Anche quest'anno, infatti, in molte scuole sarebbe stata legittimata la formazione di oltre 17.000 classi che vanno dai 26 ai 36 alunni. E mentre dall'alto del Governo Draghi si impone il "lasciapassare sanitario" del Green Pass - da molti osteggiato con questa protesta perché vista come vera e propria tirannia - la condizione di contingenza reale è di minacce di sospensione dello stipendio ma a fronte di dispositivi di sicurezza inadeguati (assenza di mezzi di sanificazione dell'aria, assenza d'obbligo delle mascherine Ffp2, di sanificazione di superfici adeguata, di metro statico di distanziamento tra alunni).
Lo sciopero indetto dalle sigle Cobas piuttosto, oltre che riportare il numero degli alunni a quello di 20 per classe, mirerebbe a potenziare l'edilizia scolastica e il trasporto pubblico, così da garantire una effettiva "scuola in sicurezza". Non solo: uno dei punti salienti della mobilitazione sta nella proposta di rendere legittima l'assunzione di tutti i docenti con 3 anni di servizio e degli Ata con 2 con conseguente abbandono del discusso metodo dell'algoritmo. Oltre a questo, si punterà ad immettere il ruolo unico per i docenti di ogni ordine di scuola nonché ad una revisione dei criteri per le mansioni dell'organico Ata. Con lo stesso sciopero, le forze sindacali spingono anche per un rinnovo del CCNL, scaduto da ormai 3 anni, con relativo recupero del potere d'acquisto degli stipendi, calato - negli ultimi decenni - del 20 %. Ancora, la didattica delle competenze addestrate avrebbe comportato soltanto "analfabetismo cognitivo", motivo per il quale la classe docente in sciopero richiede la sua abolizione. Altrettanto si ritiene per quanto riguarda l'ipotesi di rendere strutturale il ricorso alla DAD, favorendo invece l'utilizzo di piattaforme digitali pubbliche e gratuite nelle scuole.
Capitolo a parte merita la discussa questione dell'obbligo vaccinale e del conseguente "lasciapassare sanitario", atto da molti definito «lesivo dei diritti costituzionali». La mobilitazione polemizza infatti contro tale imposizione e le relative sanzioni «incostituzionali» in cui incorrerebbe il docente sprovvisto di carta verde e suggerisce piuttosto la somministrazione di tamponi salivari gratuiti con efficacia settimanale per chi non può o non vuole vaccinarsi nonché presidi sanitari nelle scuole per valutare l'andamento della pandemia e tutelare la salute di ciascuno.