Il ministro dell'Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara torna a parlare proprio di merito, mettendo in luce come esso riguardi anche i docenti. Questo è testimoniato dall'aumento in busta paga, maggiore rispetto a quelli passati.
Nel mentre si avvicina la Legge di Bilancio 2023. Dalla bozza emergono provvedimenti che andranno a interessare anche i lavoratori del mondo dell'istruzione e della scuola.
Valditara sul merito: un concetto che riguarda anche i docenti
Ad un mese dalla nomina di Giuseppe Valditara, le polemiche sulla nuova denominazione del ministero dell'Istruzione non si sono spegne. La parola ‘Merito' continua infatti a fare discutere, e il ministro è tornato ancora una volta sul tema per difendere la decisione del governo.
Per Valditara il concetto di merito non è foriero di disuguaglianze e riguarda non solo gli studenti, ma anche i docenti e le famiglie: il ministro parla infatti di una grande alleanza per il merito che possa coinvolgere famiglie, ragazzi, insegnanti e le parti sociali.
Il suo intento di valorizzazione dei docenti è dopotutto chiaro, grazie all'aumento stipendiale del nuovo contratto, il più alto tra gli ultimi rinnovi, con un incremento del 4,22% rispetto al 3,48% del 2018. Un merito in realtà improprio, dato che l'aumento deriva dall'ultima legge di bilancio e non dal nuovo Esecutivo che ha solo di fatto concluso la trattativa, accelerando i tempi.
Rimane comunque l'intenzione di dare al merito una connotazione positiva, espansa anche al personale scolastico e che sia il motore di una scuola migliore, dove il docente possa riguadagnare la sua autorevolezza e la sua funzione didattica e pedagogica.
Riguardo al merito in relazione agli studenti Valditara ha ribadito che l'obiettivo del nuovo governo è quello di valorizzare il talento di ogni studente, potenziando gli istituti professionali e il supporto ai ragazzi in difficoltà.
Bisogna però capire come si comporterà il nuovo governo rispetto al DL 36 lasciato da Bianchi, che produrrà incentivi per un numero ristretto di insegnanti da pagare tra dieci anni e soprattutto nel momento in cui dovrà varare provvedimenti già strutturati dal precedente governo.
Bozza di Legge di Bilancio: Quota 103 per le pensioni, flat tax e taglio del cuneo fiscale
Dalla bozza della Legge di Bilancio emerge la disponibilità di oltre 35 miliardi di euro, comprensivi dei fondi europei dirottati per fronteggiare l'emergenza energetica. Nella giornata di oggi è prevista una riunione tra Giorgia Meloni e i capogruppo della maggioranza per accelerare sul varo del provvedimento.
Diverse le misure di cui si discute. Per quanto riguarda le pensioni potrebbe entrare in vigore dal 2023 "Quota 103", una misura previdenziale che prevede l'uscita dal lavoro per chi ha 62 anni di età e 41 di contributi. Possibile però l'eliminazione del requisito anagrafico, limitandosi a quello contributivo.
La Flat Tax prevederebbe un'imposta piatta del 15% per contribuenti con ricavi fino a 85mila euro. Prevista anche la cancellazione delle mini-cartelle fino a 1000 euro, con uno sconto del 50% per quelle comprese tra i 1000 e i 3000 euro.
Il cuneo fiscale va incontro a un taglio di due punti per i dipendenti. Questa è una misura già prevista dal governo Draghi e porterà a un aumento della somma netta percepita dai lavoratori dipendenti, tra cui ovviamente anche docenti e ATA. Il rifinanziamento prevede 4 miliardi di euro e ha per obiettivo quello di aumentare il potenziale di spesa dei lavoratori per fronteggiare la crisi economica e l'inflazione.
